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Rottura su tutta la linea: rispetto, ma senza intesa. Florentino Perez e Cristiano Ronaldo sono più lontani che mai, decisi a lasciarsi nelle prossime ore. Il presidente del Real Madrid sembra ormai rassegnato all'addio del portoghese, anche se non ne è compiaciuto, e rilancia: secondo quanto riportato dalla Gazzetta dello Sport, infatti, sarebbe arrivato il momento dei dispetti, piccoli o grandi, per un addio che deve essere un crack totale. Cristiano ha voluto lasciare il Real, Cristiano ha deciso far parlare Mendes con i club e pubblicamente; Perez ha mandato avanti il braccio destro Sanchez, Perez si è scansato, non partecipando al vertice del probabile addio. 

CRISI - Una crisi iniziata a gennaio, tra scarsa fiducia e quella richiesta di abbassamento della clausola - con scrittura privata - da 1 miliardo a 100 milioni. Un favore o uno sconto per le pretendenti? Da ambo le parti si è tramutato in mancanza di rispetto. Ecco perchè ora c'è bisogno di una rottura totale pubblica, con il Real che accetta l'addio, ma solo in caso di una conferenza stampa pubblica in cui il giocatore manifesti la propria volontà di lasciare Madrid, con tutto ciò che ne consegue. A quel punto Florentino potrebbe anche accogliere tutte le richieste di CR7, compresi quei 100 milioni di euro di clausola che, secondo le ultime indiscrezioni, potrebbe essere scaduta il 15 giugno e che porterebbe il prezzo del cartellino a 120-130 milioni. Il blitz Juve è pronto, arriverà al momento dell'ok definitivo: Ronaldo ha detto sì, lo fatto con motivi chiari...

IL RETROSCENA - La rottura tra Perez e Cristiano Ronaldo, in realtà, è frutto di qualcosa che parte da molto lontano. Un punto su tutti: il rinnovo. CR7 è stato in questi anni tra i primi due giocatori al mondo, ma si è visto ritoccare bonus e ingaggi appena due volte negli ultimi 9 anni, mentre Messi e Neymar lo superavano ampiamente. Ciò lo ha portato a pensare che Florentino Perez non abbia mai avuto abbastanza stima di lui. Il rinnovo, ma non solo: il presidente del Real non si è mai esposto pubblicamente in suo favore, nè per chiedergli di restare fino al termine della carriera, nè per difenderlo dai mugugni del pubblico e dalle accuse di frode fiscale, ciò che Messi ha visto fare ai propri dirigenti in quel Barcellona. Così, a furia di tirare quella corda si è spezzata, e ora Ronaldo è pronto a un nuovo sì, ricco d'ammirazione, tutela e fiducia.