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Una nottata amara, che rischia di essere amarissima. A meno di una rimonta, non impossibile ma difficile specialmente con prestazioni come quella di ieri sera, la Juve corre il pericolo di dover salutare la Champions League molto presto. Già agli ottavi, contro un Lione che, non ce ne vogliano i tifosi francesi, non è sicuramente al suo livello. Prima della gara di ritorno i problemi da risolvere sono diversi. La Juve pecca in motivazione, concentrazione e attenzione, prima ancora che nella messa in pratica delle richieste del suo allenatore, e manca anche di carattere. Questo nonostante le grandi personalità all'interno dello spogliatoio, tra cui Ronaldo. Ecco, la sua partita merita un'analisi a parte. 

LA PARTITA DI CR7 - Ronaldo prima del fischio di inizio, come di consueto, ha incitato i compagni, li ha caricati per portarli alla giusta temperatura prima di scendere in campo in quello che è il suo regno. Lo ha fatto allora e si è ripetuto all'intervallo, quando ha tentato di riattivare la grinta di una squadra amorfa con un discorso molto plateale. Ma la Juve era già fiacca e in svantaggio. Un discorso che non serve, come spiega La Stampa, perché a cambiare è solo il suo umore, colpito dalla pessima prestazione bianconera: “Più i suoi gesti diventano ampi, le proteste evidenti, le parole si fanno urla e più la Juve si inabissa. La reazione che in teoria era questione di tempo non arriva mai e Ronaldo esce dalla partita persa senza alcuna foga. Si fa tutto il campo a passi lenti, stringe la mano a ogni giocatore del Lione che gli passa davanti. Il tifoso che ha invaso e gli si è inginocchiato davanti è forse l’unico istante di normalità in una notte che lo lascia palesemente disorientato e forse ha bisogno di una passeggiata prima di rientrare negli spogliatoi. Dove forse le parole sono esaurite”, conclude il quotidiano.