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Giugno 2019, arriva Maurizio Sarri alla Juve. E in quella fase ancora ci si domandava se il mercato potesse o meno prendere una piega votata alle idee di calcio del tecnico. In realtà il processo si è sviluppato in senso opposto, con Sarri chiamato a rivedere il proprio progetto tattico attorno a una rosa che sembrava poter cambiare in alcuni uomini chiave da un giorno all'altro del mercato. In tal senso, un ruolo centrale lo ha sempre avuto Miralem Pjanic: mai in vendita, ma in realtà nemmeno incedibile considerando come in casa Juve non lo sia praticamente nessuno per definizione. Così già la scorsa estate, fin dalle prime battute, il club bianconero si era mosso per tutelarsi nel caso in cui fosse arrivata quell'offerta irrinunciabile per Pjanic, a lungo corteggiato dai principali top club europei nonostante quel rinnovo firmato nel 2018 con aumento dell'ingaggio scattato a luglio 2019.

ECCO JORGINHO – Il nome del potenziale erede era uno e uno soltanto: Jorginho. Prima scelta di Sarri se avesse dovuto rinunciare a Pjanic, fedelissimo se ce n'è uno dell'attuale tecnico bianconero. E Jorginho tramite i suoi agenti aveva dato la propria disponibilità a trattare il ritorno in Italia dopo una sola stagione di Chelsea. A proposito, il Chelsea? Aveva fissato il prezzo, ben oltre i 50 milioni. Trattabili forse, non troppo sicuramente. Anche considerando come l'italo-brasiliano non sarebbe stato sostituito in una fase di blocco del mercato per i Blues, disposti a cederlo solo per una condizione economica particolarmente vantaggiosa. Poi però Pjanic è rimasto e non è mai stato realmente vicino alla cessione. Quindi quei discorsi sono stati accantonati ben presto. Ma non chiusi né dimenticati.