25
"È come se la carica rimasta imprigionata nel suo metro e ottantatré fosse esplosa tutta insieme". Apre così Repubblica, che analizza la lunga notte di Max Allegri e la coda infinita di polemiche che ha generato. La rabbia, l’arbitro Maresca che gli mostra il cartellino rosso quando il recupero sta già finendo., la Juve che torna a vincere un trofeo tre anni dopo l’ultima volta e Max che esplode. Come - si legge - se i suoi nervi non reggessero più la tensione di quel finale incandescente, dopo aver tollerato tutto quello che un uomo può legittimamente sopportare. Si avvicina al quarto uomo Mariani e gli urla qualcosa, poi si volta verso la tribuna e si toglie tutto, la cravatta e parte della camicia, urlando: «Dov’è Rocchi?». Poi in tv torna, ma calmo. Finita qui?
 

Juventus, la rabbia di Allegri nel post partita


No, perché - come si legge ancora - poi "il nervosismo è proseguito nei corridoi dell’Olimpico, dove Allegri si è tolto i sassolini contro chi lo ha criticato: «Non avete detto la verità per un anno e la sapevate tutti». È arrivato quasi alle mani con un giornalista. Fino alla fine, recita lo slogan più amato dai tifosi della Juventus. E mai come stavolta sembra il manifesto di una gestione, di un’epoca. Perché proprio alla fine di un triennio triste, scandito da critiche più feroci delle delusioni che la squadra collezionava, è arrivata una gioia". E, infine, quando la squadra solleva la coppa Allegri è di nuovo lì, la cravatta perfettamente annodata, una giacca stirata addosso. Allontana con gesti plateali Giuntoli, sorride mentre i giocatori lo fanno volare due, tre volte. È stato l’epilogo di una stagione in cui ha dovuto dividere l’appartamento col fantasma di Thiago Motta, erede designato e desiderato. Di una stagione che si chiude con un po' veleno, ma anche con la gioia di un trofeo. Prima di dirsi addio.