commenta

Fino a un’ora prima della partita la fibrillazione continuava, sembrava l’ennesima prova del fuoco per una “squadra in costruzione”. La bolgia di 25 mila tifosi ungheresi, che, diradata, assiepava comunque la Puskas Arena, era pronta ad annientare una Juventus favorita eppure incerta, al cospetto di un Ferencvaros affamato, ormai all’ultima spiaggia. Un confronto difficile, fra signorini e disperati, irto d’insidie. La Juve leggera, danzante, lenta, palleggiatrice e un po’ distratta contro chi non aveva nulla da perdere. Perciò: chissà come finirà?

LA QUESTIONE - Ora, dopo un sonoro 4 a1 contro gli ungheresi, tutto appare facile, come di prammatica. Ci piace anche l’insoddisfazione critica e teorica (ma non si esagera un po’ con la teoria?) di Pirlo che avrebbe voluto più cattiveria, più concretezza, più determinazione nell’ultimo passaggio. Quindi: doveva finire 6 o 7 a 1? Possiamo ricamare all’infinito prima e anche dopo ogni partita. È il bello del calcio. Ma forse la lezione da ricavare in questo turno di Champions ungherese è questa: salvate il soldato Dybala!

COME STANNO DAVVERO LE COSE - E per salvarlo cominciamo a dire che i goal sono goal e che le doppiette (nonostante la causidica Uefa) si equivalgono. Certo, l’estetica fa la sua parte, Morata è un giocatore, in questo momento, straordinario, quando, per converso, fino a un giorno fa Dybala era per molti un relitto, uno da vendere, da svendere. E perché? Perché dopo più di tre mesi d’inattività, non sembrava in palla, arrivava con qualche secondo di ritardo sul passaggio di ritorno, non era mai al posto giusto, si perdeva in dribbling inconcludenti. Una partita e mezzo erano state sufficienti a condannarlo. Invece in 15 minuti ha fatto due goal e non ha alcun senso dire che erano facili, perché per farli bisogna esserci ovvero avere il senso della posizione. Che poi giocasse molto più avanti del mezzo centrocampo a cui sembra condannato è un vecchio discorso che si trascina fin dai tempi di Allegri.

CONCLUSIONE - Forse, nella Juve, lì davanti sono in troppi, forse a centrocampo e in difesa un
po’ meno, ma siamo sicuri che questa sia colpa sua?