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Ravanelli a Tuttosport: 'David giocatore importante, ma la Juve deve essere rifondata'
Ravanelli a Tuttosport
LA FINALE DI ROMA - "Goal all'Ajax in finale di Champions? Onestamente l'ho rivisto spesso e rivedendolo anche ora è sempre una grande emozione. La telecronaca, l'atmosfera... ti vengono in mente tutti i ricordi del pre, durante e del post partita. È stata un'emozione grandissima e una soddisfazione fantastica. Ancora oggi vive dentro di me ma soprattutto dentro tutti i tifosi della Juventus e dei miei compagni. Una finale fantastica e poi giocarla a Roma è stato qualcosa di davvero incredibile".
IL CICLO DI LIPPI - "È iniziato questo percorso nel '94-'95 con il cambio di proprietà e l'arrivo in panchina di Marcello Lippi. Una novità per la metodologia di allenamento. Avevamo una squadra veramente di giocatori con gli attributi con grande personalità, carattere e qualità tecniche. Avevamo quel senso d'appartenenza incredibile ed eravamo disposti a fare una corsa in più anche per aiutare il compagno. Entravamo in campo con un solo obiettivo: quello di vincere. Questa è stata la Juventus di quegli anni e da lì si è costruito qualcosa di incredibile che è durato tanto. In quei due anni con la vittoria dello scudetto e della Champions eravamo un carro armato, schiacciavamo qualsiasi avversario. Ci siamo sempre contraddistinti per la determinazione e la mentalità vincente. I risultati hanno dimostrato che la squadra era pronta a buttarsi nel fuoco per il club e il proprio allenatore".
L'ANEDDOTO SU VAN GAAL - "Me lo ricordo benissimo, era un articolo di giornale sportivo con le parole di Van Gaal (aveva detto che la Coppa sarebbe andata in Olanda ndr) e lo attaccò negli spogliatoi. Ci diede una forza in più perché andavamo ad affrontare una delle squadre più forti d'Europa in quel momento ed era quasi impossibile batterla, a detta di tutti. La nostra, però, era una Juventus di gladiatori pronti a combattere contro tutti e l'uno per l'altro. Io ricordo ancora quando chiesi a Vialli se fosse tranquillo, lui mi rispose che non dormiva da due settimane perché si ricordava ancora della finale persa con la Sampdoria. Aspettavamo l'inizio della gara con ansia ma con la voglia potesse arrivare il prima possibile perché eravamo degli animali feroci pronti a sbranare l'avversario. Abbiamo vinto ai rigori, ma meritavamo di vincere nei 90' perché avevamo dominato l'Ajax per tutta la gara".
VIALLI - "Gianluca quella finale l'ha vissuta come una questione di vita o di morte. Ci teneva troppo a quella gara perché sapeva forse di dover lasciare la Juve e voleva farlo a modo suo, da leader quale era. È stata una persona davvero incredibile e nostro trascinatore in campo, pronto a mettere la parole nel modo e momento giusto. Ci siamo sempre appoggiati tanto a lui come giocatore e uomo fantastico".
LA JUVE DI OGGI - "Una domanda complicata perché da fuori, e non conoscendo l'ambiente, non è facile ma secondo me ci vuole un cambiamento di rotta. Questa Juventus manca un po' di qualità, ma leggendo la formazione di quella finale di Champions non si possa nemmeno confrontare con quella di oggi. C'è un divario tecnico e caratteriale davvero importante. Oggi per poter ricostruire uan nuova Juventus ci vuole una mentalità e, soprattutto, l'attaccamento alla maglia che vedo un po' meno. Ci vuole tempo, intelligenza, forza e la scaltrezza nell'andare a scovare quei giocatori che possono avere a cuore la Juve".
DAVID - "È un giocatore che sa calciare di destro e sinistro, protegge molto bene la palla. In Francia ha fatto diversi gol, anche su rigore. È un calciatore importante ma la Juve non ha bisogno soltanto di lui ma anche di altri giocatori anche in difesa e a centrocampo. La Juve deve essere rifondata. Non è facile trovare quei giocatori che possano avere quel sentimento importante per la maglia. Deve essere brava la società. Giocare per la Juve deve essere un privilegio per tutti".
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