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"Dybala è stato un signore. Un vero e proprio gentleman. Fuori dal campo sono il ragazzo più riservato del mondo, ma quando calpesto l’erba con le scarpe da calcio mi trasformo. Se devo chiedere la maglia a un campione che affronto non mi faccio problemi. Sono determinato. Allo Stadium la partita era appena finita e io volevo a tutti i costi la sua 10. Mentre tutti si salutavano, mi sono diretto verso Paulo e - un po’ imbarazzato, sì, perché non sono introverso ma non ho il cuore di pietra - gli ho chiesto: «Scusa se ti disturbo, potrei avere la tua maglia?». Lui mi ha sorriso, rispondendo: «Certo, però mi dai la tua?». Sono rimasto colpito: non avevo ancora esordito in Serie A, ero il Signor Nessuno nel vero senso della parola. Non smetterò mai di ringraziarlo per ciò che mi ha fatto vivere in quel momento. Mi tolsi il giaccone, mi spogliai e gliela diedi. Io ero il ragazzo più felice del mondo, e anche lui mi sembrava soddisfatto. Chissà dove l’ha messa. Fu un grande regalo da parte di Dybala, anche se pure Leonardo Bonucci è stato magnifico con me. Durante l’ultima partita che abbiamo giocato contro, a metà del secondo tempo si è avvicinato e abbiamo parlato un po’: «Complimenti Giacomo per quello che stai facendo». Ci siamo scambiati qualche frase tra un’azione e l’altra. Mi guardavo intorno ed era pieno di campioni, probabilmente sono rimasto imbambolato a fissare Cristiano Ronaldo per una manciata di secondi. Ne ho ricevute diverse di maglie in questi anni. Ho sempre cercato di prendere quelle dei miei idoli: Lukaku e Lautaro dell'Inter, qualcuna della Roma, Fiorentina, Benevento e molte altre. Una passione che ho cercato di coltivare a prescindere dal colore della divisa. Chiaramente ne ho presa anche qualcuna dei miei compagni al Sassuolo, non potevano essere da meno. Quel giorno sono andato da Bonucci: «Leonardo, scusami, posso chiedere la maglia a CR7?». Mi rispose di non preoccuparmi. Quando ero già nello spogliatoio sento bussare: era lui con la numero 7 della Juventus, indossata da Cristiano. Sono stati questi i pensieri che mi sono passati nella mente mentre preparavo la valigia per andare in Sardegna, il mio primo ritiro con la Nazionale. Ho riavvolto il breve nastro della mia carriera, riassaporando tutti i momenti vissuti fin qui".