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Claudio Ranieri, ex allenatore di Juve e Inter, parla delle sue ex squadre e delle difficoltà incontrate sul percorso. 

LA SITUAZIONE - "Questo è un mestiere complicatissimo, nessuno dall’esterno può sapere davvero cosa succede. Mi sembra però che la Juve non sia quella prevista e l’Inter abbia perso il filo del discorso. La Juve? Ha preso Di Maria e Pogba, aspetta Chiesa, ma finché non saranno tutti disponibili non sarà vera Juve. Quello che è strano, vedendoli in campo, è che mancano allegria e determinazione proprie delle squadre di Allegri, sempre dure e scorbutiche. Ripeto: mancano pezzi decisivi".

SVALUTAZIONE GIOCATORI - "Non sempre il passaggio da un club piccolo o medio alla Juve è indolore. Io ricordo sempre Fanna, gioiello dell’Atalanta, un po’ in difficoltà alla Juve, poi un’iradiddio nel Verona campione. Certo, questo Bremer rispetto a quello insuperabile del Torino è inspiegabile. E non capisco Vlahovic: un 9 che ogni allenatore vorrebbe, “velenoso” dentro, con rabbia, grinta, un trascinatore, eppure segna poco".

CAMBIARE - "Con altrettanta sincerità: subito, se il club si accorgesse che l’allenatore non ha più in mano la squadra, perché vuol dire che è finita. Altrimenti no: i giocatori ci sono e i risultati, prima o poi, arriveranno. Non posso credere che Nedved non si confronti con Allegri o Marotta con Inzaghi. Ancora da scudetto? Perché no? È il campionato più strano che ci sia. Dopo il Mondiale si ricomincia e vedremo come torneranno i giocatori dal Qatar. Soprattutto dipenderà da Napoli e Milan, senza dimenticare Atalanta e Udinese".