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Uno sì, l'altro no. Colpi simili: per fattura, per ruolo, per il loro arrivo a parametro zero e per l'ingaggio che percepiscono in bianconero. Simili in questo, diversi in tutto il resto. Nello stile di gioco, nelle caratteristiche. Molto più incursore, di passo e qualità Aaron Ramsey, un giocatore che sa stare vicino alla porta, buttarsi tra le linee e alle spalle della difesa, sa incidere, segnare e regalare assist. Più statico, spento nella corsa e nelle idee Adrien Rabiot, che invece non incide, non lascia tracce di sé nelle partite della Juve. Diversi, dunque, anche nel rendimento. E i numeri non sono un caso. 

RENDIMENTO E SCELTA - Ramsey deve crescere, è vero, ma ha mostrato di cosa è capace. Sa fare tutto, sa dare quel guizzo che manca alla Juve nel chiudere un palleggio che altrimenti sarebbe fine a se stesso, e gli si può rimproverare solo una condizione fisica non ottimale, una scarsa presenza (numerica) per via del percorso costellato di infortuni. Ma in quel "poco" (27 presenze per un totale di 1144 minuti) si è visto più di qualcosa, tanto nei 4 gol e 1 assist, quanto nelle giocate. Non ha avuto lo stesso destino Rabiot: anche per lui 27 presenze, ma 1700' senza un segno, senza gol e senza assist, con il primo vero tiro del suo campionato arrivato ieri, ad inizio partita. E, infatti, è arrivata un'altra prova deludente insufficiente o scarsamente sufficiente nonostante il 4-0 finale della Juve. Anzi, i più maligni hanno fatto notare come dal minuto successivo alla sua uscita dal campo la Juve si sia scatenata, segnando tutte le reti. Ma questa è una coincidenza, unita all'impatto devastante di Douglas Costa sul match.

IL MESSAGGIO, MA... - Alla fine, però, appare chiaro quale dei due parametri zero abbia vinto la "sfida". Su chi la Juve debba puntare, fare affidamento e chi invece provare a sfruttare per una plusvalenza sul mercato, visto l'alto ingaggio e un costo del cartellino praticamente nullo. E questo nonostante le parole di Paratici, pronunciate proprio ieri sera: "È il suo primo anno in Italia ed è sempre una condizione particolare. A inizio stagione ho sentito anche voci su De Ligt, sono riusciti a mettere in discussione un giocatore che a 19 anni è stato il migliore della scorsa Champions. Rabiot arriva da 6-7 mesi di inattività al Psg, quindi si è dovuto mettere alla pari. È un grande giocatore e lo ha già dimostrato, anche nella Juve. Ognuno ha le sue opinioni, ma per noi è un giocatore molto importante, anche per il futuro". Sarebbe anche sciocco, oltre che infruttuoso, mettere alla porta un proprio giocatore, svenderlo nel pieno della stagione. Ma i numeri sono chiari e se sacrificio sarà...