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Aaron Ramsey, il primo acquisto della Juventus versione 2019/20. La stagione non è ancora terminata, ma i bianconeri hanno già piazzato e ufficializzato il primo colpo per il prossimo anno, che arriverà a parametro zero nel prossimo mercato. Si tratta del centrocampista gallese dell'Arsenal, un 28enne di corsa e tecnica, un tuttocampista con tre virtù principali: tenacia, altruismo (leggasi anche assist a volontà) e senso del gol, un pregio speciale visto il suolo. 

Ma non è finita qui. Poco, infatti, si sa della vita privata di Ramsey, che ha sempre preferito mantenere grande riservatezza su tutto ciò che lo riguarda al di fuori del mondo calcistico, ma a farne un ritratto ci ha pensato il Sun. Il tabloid ha contattato qualche amico di vecchia data, e Ramsey è stato raccontato così. 

L'ALLENATORE - Brian Flynn, allenatore di Ramsey tra Under 17 e 21: "Era un predestinato, ma grazie all’educazione che gli ha trasmesso la famiglia è sempre rimasto umile. Poteva vincere le partite da solo, ma pensava sempre prima alla squadra. In un torneo in Slovacchia dovevamo vincere l’ultima per qualificarci, mentre agli avversari bastava un pareggio. Asfissiarono Aaron con una doppia marcatura a uomo, ma lui si sacrificò per permettere al compagno Joe Allen di essere l’uomo partita. Ovviamente vincemmo noi...”. 

DA CARDIFF - Terry Burton, suo allenatore a Cardiff: “Il supporto della sua famiglia è stato decisivo. Era un predestinato e a 16 anni già giocava nell’Under 21 gallese. In un’amichevole in Svezia entrò nel secondo tempo. Eravamo sotto 3-1, vincemmo 4-3. Alla sera i ragazzi uscirono per fare festa, ma Aaron tornò in hotel dopo 10 minuti. Spiegò che non era cosa per lui e andò a letto. Non è mai stato uno da vita notturna”.

IL COMPAGNO - Chris Gunter, giocatore del Reading ed ex compagno di stanza e appartamento di Ramsey: “La nostra camera in ritiro era sempre sottosopra. Credo che il massimo che sappia cucinare sia un piatto di pasta. Per fortuna ha trovato una moglie bravissima ai fornelli. Aaron è un coraggioso, uno che ci mette sempre la faccia. E appena può viene a vedere le mie partite. Studia l’italiano da mesi. Lui pensa soltanto al campo e sa che conoscere la lingua ne faciliterà l’inserimento. Arriva a Torino nel pieno della maturità psico-fisica. Se starà lontano dagli infortuni, sarà apprezzato dai tifosi juventini, cosa che invece non hanno saputo fare i fan dei Gunners”. 

L'ARSENAL - Gavin Hoyte, allenatore dell’accademia dell’Arsenal: “Quando arrivò era fin troppo silenzioso. In spogliatoio non l’ho mai sentito parlare. Era di una professionalità estrema ed è stato di grande stimolo per tutti i ragazzi del settore giovanile”.