CAMBIAMENTI - "In quarant'anni è cambiata l'organizzazione, che oggi è quasi militare - racconta Segre a Tuttosport - c'è una divisione dei ruoli e il senso d'appartenenza al gruppo. L'elemento comune, però, è la solitudine dei giovani che entrano in questi gruppi per avere dei riferimenti e dei valori in cui credere. Oggi come allora. L'aspetto inquietante è che poi ci sono persone che agiscono con obiettivi precisi e alti guadagni. Non so se la Procura possa cambiare qualcosa, dobbiamo capire se in Italia ci sia la voglia di costruire un mondo diverso".
IL RUOLO DEI CLUB - "Gli ultrà che ho intervistato hanno accettato di raccontare la loro storia, cercare di capirli ascoltandoli può prevenire problemi futuri. E' difficile capirlo, ma è quello che va fatto per poter prevenire questo fenomeno sociale. Il calcio? E' solo una scusa. Lo era quarant'anni fa e lo è oggi. I club, però, sono responsabili del fenomeno ultras. Perché le inchieste hanno dimostrato questo fenomeno estorsivo, in principio del quale c'era sempre una ricerca di collaborazione attraverso aiuti e biglietti".
Tifosi minacciati dagli ultras, la nostra inchiesta confermata dal PM di Torino