3
A tutto Adrien Rabiot. Il centrocampista della Juventus ha concesso una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport, in cui ha parlato di molti argomenti, tra cui l’addio di Pirlo e il ritorno di Max Allegri:

«Il bicchiere è mezzo pieno perché abbiamo vinto due trofei e siamo qualificati per la Champions. E alla fine non era scontato. Ma è anche mezzo vuoto perché perdere lo scudetto ci pesa molto. È stata una stagione complicata, abbiamo perso punti preziosi contro squadre sulla carta meno forti di noi. Non vanno dimenticate le difficoltà legate al Covid e al calendario infernale, una situazione non facile anche per un allenatore al debutto. Per questo non va sottovalutato il valore dei due trofei vinti».

L’Inter ha meritato lo scudetto o ha vinto per demerito della Juve?
«Se lo sono meritato: a pari difficoltà hanno saputo dare continuità alle loro prestazioni. Ma gli abbiamo dato un grosso aiuto».

Pirlo ha lasciato, le dispiace?
«Con lui c’era un bel rapporto. Ho sfruttato i suoi consigli per migliorare per esempio sulla posizione, sui movimenti per ricevere palla, sempre con uno o due tocchi. Che poi sono le indicazioni principali di ciò che voleva vedere in campo: ricevere palla e subito orientare il gioco, mettendoci velocità. Ne ho apprezzato molto il modo di allenare, la freschezza che ha portato da tecnico, con idee chiare anche se non sempre siamo riusciti a metterle in pratica. E poi mi piace la passione e la determinazione che mette in allenamento e in partita, i discorsi di pre-partita, alla pausa. È una persona appassionata dal suo mestiere, molto legata alla Juventus, ci mette il cuore. E quando ci metti passione non c’è molto da rimproverarsi».

Perché a volte non si è visto il gioco che Pirlo aveva in mente?
«Forse perché alcuni di noi non avevano recepito al meglio le sue idee, come il fatto di difendere con il 4-4-2 per poi cambiare modulo nelle altre fasi, magari uscendo dal ruolo di predilezione. Comunque gli ho inviato un messaggio per dirgli che avrebbe meritato un po’ più di tempo per dimostrare la qualità delle sue idee. Purtroppo nel calcio di oggi a certi livelli di tempo non ce n’è. Sono dispiaciuto perché lo apprezzo come persona, oltre che come allenatore che ci ha comunque permesso di tornare in Champions e di vincere due trofei, che sono comunque una bella ricompensa per un giovane tecnico».

Ritorna Max Allegri dopo due anni. Che ne pensa?
«
Due anni fa, firmai anche perché sapevo che c’era lui in panchina. Allegri è un allenatore che con la Juve ha vinto tantissimo, arrivando due volte in finale di Champions. E penso che in più abbia sfruttato questi due anni per osservare al meglio le evoluzioni del calcio. Immagino che arriverà con tanta voglia di far bene».

E che Rabiot troverà, dopo due stagioni bianconere?
«Felice di lavorare finalmente insieme a lui, adattato alla mentalità della Juve e ambientato al campionato italiano. E quindi migliore rispetto a due anni fa. E anche in forma, determinato a lavorare, con passione per vincere».

Uno determinato a vincere sempre è Cristiano Ronaldo, capocannoniere ma pure criticato.
«Nonostante la stagione complicata della Juve, è riuscito a segnare più di tutti in Serie A. Mi fa sorridere quando sento che la Juve gioca meglio senza di lui. Le critiche sono inevitabili, ma non sempre le capisco. Apprezzo Ronaldo anche per la sua determinazione, la passione e la voglia di puntare sempre più in alto. Un atteggiamento che trascina verso l’alto il resto della squadra e il club. Di giocatori così ce ne sono pochi, meglio averli al proprio fianco» .

Tra le sorprese positive c’è stato Chiesa.
«Nonostante sia giovane, si è subito integrato: non facile in un’annata così. In giro ci sono pochi giocatori come lui. Mi piace la sua facilità nell’eliminare l’avversario al dribbling, la capacità di creare, la lucidità sotto porta. Se migliora la capacità di concentrazione è destinato a diventare un grande».

Il suo amico Mike Maignan arriva al Milan. Che portiere è?
«Il Milan ha fatto un grande acquisto. Mike magari non è mai stato molto pubblicizzato, ma è un ottimo portiere, un leader, forte tecnicamente come dimostrano le 21 partite senza prendere gol. I tifosi rossoneri non saranno delusi».

Buffon invece se ne va.
«Lascia un grande vuoto nella Juve, cui ha sempre dato tutto. È stato un leader molto importante, anche nei momenti difficili. Ed è persona che stimo. Poi è normale che a 43 anni voglia fare dell’altro».

La Juventus per lei è sempre il posto giusto per vincere?
«Alla Juve sto bene, mi sento apprezzato da tutti. Mi riconosco nel Dna di questo club, nella cultura del lavoro e della vittoria. Non vedo perché dovrei andarmene. Voglio tornare a vincere lo scudetto, abbiamo la qualità e la squadra per farlo. Voglio le coppe nazionali, a cominciare dalla supercoppa contro l’Inter: l’occasione per impostare la nostra rivincita. E voglio vincere la Champions che manca alla Juve da troppo tempo. Sono venuto qui anche per questo. E poi amo questo Paese. Tra le tante cose in particolare il contatto con la gente, più aperta, rispettosa e calorosa che in Francia».

Intanto, con la sua Francia può puntare all’Europeo, con l’etichetta dei favoriti.
«Siamo campioni del Mondo, vice-campioni d’Europa, abbiamo giocatori di altissimo livello, da Pogba e Kanté, da Mbappé a Griezmann. Ed è tornato Benzema che porta un contributo importante. È normale che la Francia abbia l’etichetta di favorita. Non ci possiamo nascondere. Ma siamo sereni, fiduciosi e motivati».

L’Italia può essere la sorpresa dell’Europeo?
«Ha giocatori di qualità che conosco bene affrontandoli in Serie A. È una nazionale forte e giovane, dal bel potenziale, che avrà la sua da dire».

Quindi finale Italia-Francia?
«Non sarebbe male, soprattutto se alla fine vinciamo noi».