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La misteriosa rinascita di Federico Bernardeschi è molto meno misteriosa di quanto possa sembrare. Ci sono dei motivi molto semplici per cui il carrarino sta tornando in auge sotto l’ Allegri bis. La fiducia dell’allenatore è tutto, okay, ma non fa miracoli. Di solito sono le richieste tattiche che spostano. Che rendono più o meno organico al sistema un giocatore. E Bernardeschi, in questo momento, con ‘l’esperimento mezzala’ portato forse a compimento dal Conte Max, ora ci sta, lo vediamo inserito perfettamente. Le stesse sbavature tecniche che faceva prima ogni tanto rispuntano, oppure restano lì, ancora implicite e irrisolte, ma ormai non vengono quasi più percepite, sono anzi contemplate, perché l’attenzione è su altro. Perché sprecare un possesso, con Allegri, non è tutto sto dramma, o perlomeno lo è in un altro senso. Certo, a fine gara lui dirà sempre frasi come “potevamo essere più bravi con la palla” o “dobbiamo migliorare la gestione della palla” , ma di fatto Allegri non organizzerà mai il lavoro settimanale alla ricerca del ‘dominio’ assoluto, contro tutti e tutto.  E così in una Juve più verticale, rudimentale e diretta, Bernardeschi balza all’occhio, torna di moda. Nella gallery sottostante ripercorreremo in primo luogo le tappe di un esperimento che ha radici lontane e che, pur risalendo alla prima gestione di Allegri, stuzzicò anche Sarri (molto meno Pirlo). Poi affronteremo l’impiego attuale, prendendo spunto da situazioni tattiche tratte dall’ultima amichevole precampionato Juve-Atalanta.