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Adesso basta. E' arrivato il tempo di tornare. Sì, perché il calcio si sta preparando per ripartire e tutte le autorità, ormai da qualche giorno, stanno parlando di questa possibilità come qualcosa di molto concreto, anzi prossimo. E' di pochi minuti fa la nota del governo che apre agli allenamenti di gruppo dal 18 maggio, tra una settimana esatta, e che di fatto prova a riportare il calcio alla sua normalità, anche se ci vorranno molti più controlli, un protocollo severo di norme da rispettare e un programma di lavoro speciale dopo questa emergenza. 

Nella Juve, alla spicciolata, in questi giorni sono rientrati praticamente tutti: da Pjanic a Bonucci, dal guarito Dybala a Buffon per arrivare a De Ligt, Ronaldo e Matuidi, che ancora non hanno varcato i cancelli della Continassa per i test e i primi allenamenti, ma che corrono e fanno esercizi da casa, per via della quarantena obbligatoria imposta a chi arriva dall'estero, come loro anche Khedira. Tutti dovranno aspettare una settimana circa prima di presentarsi al campo e rientrare ufficialmente agli ordini di Sarri e dare il via alla ripresa. Ma all'appello mancano e mancheranno due nomi. Adrien Rabiot e Gonzalo Higuain. Entrambi, infatti, non sono ancora rientrati e non sembrano avere molta intenzione di farlo. Se n'è discusso molto in questi giorni, in cui sono emerse anche diverse voci. A smentire un presunto caso Higuain, intervenne il padre. Il Pipita vuole rimanere il più a lungo possibile in famiglia, per assistere la madre malata e aspetta il richiamo ufficiale della Juventus per rientrare. Situazione diversa rispetto a quella del compagno, nessun capriccio da parte dell'attaccante.

Nessuna scusa, invece, è buona per Rabiot. Il francese, infatti, è ancora fermo in Costa Azzurra e non sembra aver molta voglia di percorrere le due ore di macchina che lo separano da Torino, per riprendere le attività normali. Se è vero, infatti, che la Juventus non ha richiamato alla base i suoi giocatori e non ha fissato una data obbligatoria per il rientro, è anche vero che tutti i suoi compagni hanno deciso, per moto professionale, spirito di gruppo e attaccamento di restare a Torino oppure di fare ritorno il prima possibile. Un arrivo tardivo in Italia comporta altri 14 giorni forzatamente lontani dai campi, anzi di reclusione casalinga. Non proprio la scelta più azzeccata vista la preparazione faticosa da affrontare, le tante partite ravvicinate e un fisico che ha già mostrato di essere fragile. Si racconta che mamma Veronique sia già pronta a portarlo via da Torino e che lui possa salutare senza troppi indugi. E questa pare proprio la perfetta dimostrazione. 

Ma ora - in attesa di nuovi sviluppi sul fronte Higuain - serve il pugno duro della Juve con Rabiot, perché con la stagione pronta a ripartire il mercato si allontana e nessuno può permettersi casi e scelte speciali nei tre mesi finali, decisivi. Ora basta capricci.