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Rabiot o non Rabiot? Questo il dilemma. Se sia meglio cedere alla lusinga di due mesi brillanti o restare guardinghi. Il calciatore francese si è dimostrato uno degli artefici della ripresa juventina; contrasta, riparte, segna e macina chilometri. Non che prima non lo facesse, ma sembrava un cavallo “ scosso” del palio, dominato dal solo imperativo di correre: senza stabilire dove e come. 
Ora sembra del tutto diverso, ma prima? La media dei suoi ultimi 4 anni non sembra raggiungere la sufficienza con un fuori squadra di un anno al Psg e una sfibrante intermittenza in bianconero. Sfibrante, spesso irritante. Fatto sta che Rabiot, giunto a Torino con l’autorevole benedizione di Buffon ( “ l’ho visto in allenamento, un fenomeno”) non era stato all’altezza delle aspettative.

Lo stipendio, quello sì, era all’altezza, così come la coriacita’ (per usare un eufemismo) della madre agente. Ora, dopo circa tre anni di rodaggio, sembra un giocatore ritrovato anche per la nazionale. Sembra anche che non si accontenti dei 7 milioni l’anno. A Dybala è stato detto arrivederci, ma in questo caso c’era Antun a peggiorare la situazione. La mamma di Rabiot ha, se non altro, il pregio di essere diretta. Brutalmente diretta.