commenta
Tra Torino e Parigi il numero chiave è lo zero. Con l’espressione “a chilometro zero” potremmo infatti definire quei talenti fatti in casa del Paris Saint-Germain, che da Kingsley Coman ad Adrien Rabiot ha cresciuto e lanciato una generazione di stelline francesi. Gioielli poi diventati “a parametro zero”, ossia pronti a fuggire da svincolati: lo sa bene la Juventus, che nell’estate del 2014 strappò ai parigini proprio Coman. E qui torniamo al numero chiave, ovvero la percentuale dei rapporti tra le società di Agnelli e Al-Khelaïfi dopo quello sgarbo: zero, appunto.


A ZERO... CINQUE ANNI DOPO - Da Coman a Rabiot, dicevamo. Ne è passata di acqua sotto i ponti tra Juve e PSG da quell’estate del 2014, con tanto di stretta di mano per il trasferimento di Blaise Matuidi. Un bel modo per rompere il ghiaccio, soprattutto dopo altri colpi tentati e mai realizzati: si veda l’altro gioiello “quasi” svincolato Jonathan Ikoné, si veda quel Jean-Kévin Augustin partito in direzione Lipsia. Fino a Rabiot, appunto. Fabio Paratici aveva fiutato il colpo già in occasione della prima scadenza contrattuale, abbandonando momentaneamente la pista di fronte al maxi-rinnovo proposto da Al-Khelaïfi e accettato dalla madre-agente Veronique. Cinque anni dopo il tormentone ritorna, i contatti con l’entourage sono stati riaperti e Adrien (che dal 1° luglio sarà ufficialmente senza squadra) è diventato nuovamente un’opportunità per la Juve. Una chance, non più uno sgarbo, vista la rottura definitiva dei rapporti con il proprio club: Rabiot è separato in casa dopo un lungo braccio di ferro concluso con il secco rifiuto dell'offerta di prolungamento. E i bianconeri hanno bisogno più che mai di rinforzare il centrocampo, senza escludere l'assalto al grande obiettivo Pogba: le altre chiacchiere stanno a… zero.