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Adrien Rabiot-Provost non ha mai avuto i capelli così lunghi in carriera. A Caselle, quando è sceso dall’aereo, li portava raccolti. Indossava una camicia arancione, dei pantaloni blu, le scarpe bianche come gli AirPods. Il giorno della conferenza stampa invece se li è sciolti. Gli cadevano morbidi e curati sulle spalle in elegante contrasto con l’abito ufficiale della Juve. Al suo ingresso si deve essere percepita subito e con forza la presenza in sala stampa di un francese. È arrivato Poupou, è arrivato le duc.  Lo so, questa sembra più la cronaca di un matrimonio reale che l’attacco di un’analisi tattica, e me lo perdonerete, visto che Rabiot è pur sempre un Duca. Sono convinto d’altra parte che per certi giocatori sia essenziale partire dai modi, non dai moduli. Il portamento e la classe in questi casi precedono il campo.
 
IL DUCA –  Così, nell’eleganza di alcuni gesti tecnici intravediamo il corrispettivo sportivo di uno stile profondo, trasversale, per il quale il tocco è tutto, la sensibilità è tutto. Zidane, ancor prima di Gerrard, è stato un suo riferimento. Interessanti a tal proposito le parole di Laurent Blanc: “Attenzione, Adrien non è un trequartista alla Platini, un creativo alla Zidane. Gioca in un registro più basso”. Ed è verissimo. Guardate tuttavia cosa combina Rabiot in questo Angers-Psg.  



Preso in controtempo da un appoggio errato di Verratti (Rabiot si aspettava un passaggio in favore di corsa), è costretto a frenare e porre rimedio. Sembra già una palla persa, un break pericolosissimo, ma Adrien sa di avere a disposizione il suo lungo e raffinato mancino.
 


Basta un lieve tocco, un tocco d’esterno, quasi di punta esterna, per mandare a vuoto l’avversario che in quell’istante è ancora convintissimo di intercettare o per lo meno sporcare quel pallone.
 


Sfera da una parte, corpo sottratto dall’altra, col povero giocatore dello Sporting Club de l’Ouest che affonda il piede a vuoto nel terreno, fondamentalmente beffato, involontariamente ridicolizzato.



Non è comune avere una sensibilità del genere ed essere alti allo stesso tempo quasi uno e novanta. D’altro canto sarebbe comico, con una stazza così, se si limitasse a usare il fioretto sfarfallando in giro per il campo. Rabiot non solo è tecnico e raffinato nel palleggio, è anche un giocatore difficile da superare, un giocatore a tratti persino falloso. Un giocatore che sa estrarre la spada.  
 
MOSCHETTIERE – Eccolo nell’immagine seguente a tu per tu con Sadio Mané in una partita di Champions di quest’anno. L’attaccante senegalese gli sterza bruscamente sotto gli occhi, vuol tornare sul lato sinistro del Liverpool. Che fa Rabiot? Si appresta a compiere una mossa da perfetto schermidore francese. 



Con un affondo degno del miglior moschettiere va in contrasto e apre così la ripartenza dei parigini.  



L'IBRA DEI CENTROCAMPISTI - Sempre in Champions e sempre quest’anno, a Rabiot è capitato pure di fermare Allan con estrema facilità. Per prima cosa non abboccando al doppio passo del brasiliano. 



Poi sradicandogli il pallone allungando ancora una volta la gambona. Quando è in forma, Rabiot fa coi centrocampisti e gli attaccanti avversari quello che faceva Ibra coi difensori. Li fa sentire piccoli piccoli. 



DOVE GIOCHERÀ CON SARRI? – Nella conferenza stampa di presentazione è apparsa chiara la volontà del giocatore; il Duca vuol giocare mezzala sinistra. Anche se in passato ha ricoperto tutti i ruoli e le funzioni del centrocampo, compresa quella di regista/vertice basso, vuole essere per Sarri il nuovo Hamsik.
 


È in quella posizione che anche secondo Platini dà il meglio, non “si annoia” come invece fa quando gioca davanti alla difesa, bloccato da compiti difensivi. Nell’immagine sopra vedete un esempio del gioco posizionale del Psg di Emery. Una situazione per certi versi simile a quelle create dalla fase di possesso di Sarri. Tanti giocatori scaglionati tra le linee attendono di spalle il passaggio filtrante di Thiago Silva. E proprio Rabiot riceverà il pallone.
 
INSERIMENTI – Alla Juve dovremo quindi aspettarci un Rabiot più offensivo, un Rabiot finalmente liberato dai ceppi del Psg. Troppo spesso infatti nel recente passato era costretto a tappare i buchi delle stelle, i capricci dei vari Neymar e Mbappé, così poco inclini a rispettare le consegne della fase difensiva. È giunto il momento per Rabiot di segnare di più, sulla scia di certi efficaci inserimenti che gli abbiamo visto fare in Ligue 1 e in Europa. Ecco ad esempio un tipico inserimento da mezzala servito da Di Maria in Psg-Caen, prima giornata della stagione 18/19.    



E se in attacco non ci sarà più Mandzukic a impensierire le difese avversarie nel gioco aereo al fianco di CR7, dalle retrovie sbucherà certamente Rabiot, forte del suo metro e ottantotto di altezza. Altro che Milinkovic-Savic..