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Al tavolo della concorrenza, Adrien Rabiot non sembra rappresentare una minaccia. Si dice spesso, per tenere alto il morale dello spogliatoio, che la competitività interna serve a stimolare tanto chi gioca quanto chi non gioca. Poi però, ci si scontra con i numeri e con le evidenze che portano in dote: Rabiot è fuori dai radar di Sarri, tanto che per la gara con l'Udinese sembra essere favorito l'acciaccato Bentancur che non il francese ex Psg. Dal pareggio con il Lecce del 26 ottobre, il centrocampista uruguaiano ha sempre giocato, fino a quanto non è uscito allarmando al 41' contro la Lazio. In tutto questo tempo, Rabiot ha lentamente recuperato da una condizione fisica precaria, per conquistarsi però solo panchina. Fino a mercoledì, anche se con il Bayer non ha inciso. Così, Sarri sembra intenzionato a fargli fare marcia indietro, per ridare spazio a Bentancur. 

Così, analizzando il centrocampo della Juventus, ci si trova a vivere emozioni differenti. Consapevolezza, guardando alla scalata dell'ex Boca: Sarri lo aveva promesso, sarebbe stata una rivelazione, lo diceva fin dai primi di settembre. Anche se impiegato da mezzala, Bentancur studia ancora da Pjanic: una duttilità invidiabile. Dall'altra parte, invece, c'è la perplessità: verso Rabiot, che tra poco farà scadere i sei mesi di "apprendistato" e verso il quale sarà sempre più difficile ridurre il discorso ad una questione di ambientamento. La Juve ha bisogno lì in mezzo, per non trovarsi difronte a forzature tattiche o di salute, e Rabiot ha ancora (non tanto) tempo per far ribadire il motivo del suo acquisto.