NON BENISSIMO - Rabiot fa parte di un'accoppiata di parametri zero che insieme a lui due anni fa vide firmare con la Juve Aaron Ramsey. Provenienti da diverse squadre e campionati, ma con la stessa formula e contratto. Ma a differenza del gallese, perennemente sul filo del rasoio con gli infortuni, l'ex PSG una sua continuità di impiego l'ha trovata. Manca però quella di rendimento. Troppo rare le sgroppate e le giocate incisive, rispetto alla compassata "morbidezza" a cui ci ha abituati.
MOMENTO DI GRAZIA - Una "rarità" che però si sta manifestando tutta concentrata in una settimana. Contro la Lazio sabato scorso, infatti, Rabiot ha dato il via alla rimonta col missile terra-aria che ha bucato un non irreprensibile Reina, mentre martedì nella nefasta partita col Porto in Champions League ha suonato la carica negli ultimi minuti supplementari con l'incornata del 3-2 seguita al 2 pari tagliagambe di Sergio Oliveira.
COSA CI DOBBIAMO ASPETTARE - Sarà l'ennesimo fuoco di paglia del 25enne Adrien? Una prima risposta arriverà oggi a Cagliari, dove le assenze di Bentancur e Ramsey lo proiettano al 100% tra i titolari al fianco di Arthur. Non ci si aspetta certo che segni ogni partita, non è mica il suo mestiere principale. Ma vederlo incidere più spesso nella manovra e velocizzare i tempi di gioco anziché rallentarli. Sarebbe già un bel regalo per i bianconeri.
VENDERE MEGLIO - Questo mini-periodo di gran spolvero di Rabiot, peraltro, può far ben sperare la Juventus anche in ottica mercato. Qualora si decidesse infatti di cederlo per fare cassa, realizzare una plusvalenza piena, alleggerire il monte ingaggi e proseguire il rinnovamento della rosa, sedersi a un tavolo di trattative mettendo sul piatto un giocatore valorizzato da buone prestazioni è sempre un vantaggio.