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È solo una sconfitta, ma sembrano mille. È solo una sconfitta, la Juve non è nemmeno ancora eliminata. Eppure è davvero difficile essere ottimisti. La lezione impartita da Diego Simeone e il suo Atletico Madrid rischia già di rompere un giocattolo che a tratti sembrava quasi perfetto, ma che perfetto non era e non è. Ed ora che il lavoro da pompiere di Max Allegri è già iniziato, bisogna prima ricomporre i cocci e poi cercare un'impresa che appare ancora più complicata di quella solo sfiorata un anno fa contro il Real Madrid. I nervi, intanto, sono già a fior di pelle.

È apparso nervoso Cristiano Ronaldo, durante e dopo la partita: quella manita mostrata provocatoriamente ai tifosi avversari che lo hanno beccato per tutto il match è apparsa presuntuosa ed alla fine non ha sortito effetti, un nervosismo che non gli appartiene solitamente e che lo ha accompagnato anche nella indigesta passerella della zona mista. Nessuna intervista, solo qualche risposta piccata ai giornalisti spagnoli più insistenti: "Il cinque? Io ho vinto cinque Champions e voi zero. Chi passa? Vediamo...". Alta tensione anche per CR7 insomma, una tensione da trasformare in rabbia per la gara di ritorno, sperando che basti. 

È sicuramente nervoso Andrea Agnelli, come tutta la dirigenza. La furia del presidente bianconero si era abbattuta sul gruppo già dopo l'eliminazione in Coppa Italia, figuriamoci il livello di fastidio a quali vette sia arrivato in questa occasione: una Juve più brutta non si poteva immaginare, anzi una Juve più debole di testa e di spirito. Quella di Bergamo era una fotografia emblematica, bisognava subito rimettere le cose a posto, Agnelli lo aveva capito, la squadra evidentemente no.

Sono nervosi tutti i tifosi. In guerra con Allegri, basta scorrere il vostro social preferito per capire come il principale indiziato del popolo bianconero sia proprio il tecnico. Forse fin troppo. Ma veder trionfare il Cholo Simeone, in questa maniera, scatenando l'esultanza dell'altra metà dell'italia calcistica, appare come un confronto impietoso per una Juve troppo timorosa. Che si è sciolta, letteralmente. I tifosi ce l'hanno con Allegri perché questa volta ci credevano per davvero nella Champions, perché questa volta Ronaldo ce l'ha la Juve, perché quegli attributi ostentati da Simeone proprio non si sono visti tra i bianconeri. E perché minimizzare questo crollo non aiuta a lenire il dolore. Perché dire che l'Atletico ti fa giocare male, che ci si aspettava proprio questa partita, alimenta ulteriormente la rabbia. Perché le scelte conservative proprio non sono andate giù. E i tifosi ce l'hanno anche tra di loro. Anche al Wanda Metropolitano alcuni gruppi organizzati hanno provato ad imporre lo sciopero del tifo, nonostante chi non vive quel lato della curva volesse sostenere la squadra specialmente dopo una trasferta del genere: non mancano le testimonianze di chi è stato per così dire messo a tacere. 

È solo una sconfitta, ma sembrano mille. Serve calma per rimettere insieme tutti i pezzi. Ma di calma, per ora, non ce n'è.