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Bicchiere mezzo pieno. La Juve non perde da 15 giornate, sembra più convinta, la presenza di Vlahovic le ha dato maggior sicurezza, la sua intesa con Morata ha rilanciato lo spagnolo. In più, sa affrontare con grinta le emergenze. 
Ieri sera, contro la Fiorentina, si è intravista anche una squadra alta che pressa gli avversari. La vittoria è stata “fortunosa”, ma la formazione era altamente rimaneggiata. 

Bicchiere mezzo vuoto. I bianconeri vengono abitualmente schiacciati nella propria metà campo. Troppo spesso asserragliati in area, perdono sovente le seconde palle. Anche nelle partite vinte o pareggiate (già: “non perdere” non significa vincere e il pareggio non è forse da considerare una mezza sconfitta?) faticano a uscire e patiscono il pressing avversario. Ieri sera non è andata diversamente dalle gare con Atalanta, Verona, Villareal, Torino, Empoli. Insomma, la musica è cambiata poco. 

In particolare se Vlahovic dà più fiducia alla squadra, ancora orfana dell’imprevedibilità di Dybala, appoggiare tutto il peso dell’attacco su di lui (Morata gioca in appoggio) rischia non solo il raddoppio dei centrali avversari, ma offre anche una chiave di lettura più semplice ai difensori. Ovvero la marcatura a uomo. Gli arbitri italiani hanno deciso di fischiare meno e i difensori affondano i tacchetti lontano dalla loro area. Le poche punizioni guadagnate son quasi sempre poco efficaci. Alla Juve non lo hanno ancora capito. Inoltre, come diceva Spalletti, “bisogna fare falli, soprattutto, nella metà campo avversaria perché gli arbitri fischiano poco e raramente ammoniscono”. 

La Juve di suo, ci aggiunge una certa delicatezza nei contrasti e troppa mancanza di cinismo nel fare quei falli “produttivi” che oggi, con le nuove tendenze arbitrali vanno di moda. “Fatevi furbi” dicono a Torino.