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C'è una certezza che arriva forte anche dopo questa sera: è cambiato tutto. Questa Juventus non è quella di un mese fa, ma nemmeno di venti giorni fa. Sembrano passate un paio di stagioni dal triste 0-0 contro il Milan, senza tiri in porta, e anche dal complesso 1-1 contro il Napoli. E invece... E' bastato davvero poco per cambiare il volto a questa Juventus, che ora sembra coraggiosa, che vive di entusiasmo e di nuova consapevolezza, che attacca a testa bassa. E' bastato Dusan Vlahovic, viene da dire, anche in una serata in cui non fa benissimo, però c'è e fa la differenza. 

La Juve fin da subito prende campo, a lui si appoggia e in lui ha un porto sicuro, dove attraccare per far salire la squadra. Alla lunga si spegne e non vive la sua serata migliore (sbagliando anche un paio di appoggi decisivi) ma, forse, importa il giusto, perché a quel punto c'è fiducia, c'è fame e ci sono le certezze: se si va in avanti qualcosa succede sempre. Il coraggio, poi, lo dà anche Allegri, schierando ancora una volta il tridente pesante: nessuna rinuncia, ma Vlahovic con Dybala e Morata per andare a mordere l'Atalanta. Il piano partita prosegue bene - solo Malinovskyi lo scombina per qualche minuto, poi Danilo gli fa ritrovare il sorriso - perché la Juve attacca con vigore, si muove bene, davanti dialoga e crea. Anzi, spreca tanto, troppo, stando alle parole dello stesso allenatore. Questa la bacchettata nel post partita, a ragione. 

E' cambiato tutto, dicevamo. E se prima alla Juve si diceva che creasse poco, giocasse senza ritmo e con poco entusiasmo, ora la critica è opposta: crea e non chiude. Un problema migliore, se così si può dire. Il tridente funziona, perché aumenta il coraggio e restituisce alla Juve il suo valore: molto si deve a Vlahovic e a quell'equilibrio ritrovato, che Morata garantisce con le sue corse e i suoi sacrifici, che Dybala alimenta legando il gioco. C'è l'appoggio, c'è la profondità, c'è la qualità e c'è tanta, tantissima, voglia. Il segnale è questo e se forse la vittoria sfuggita pregiudica il sogno scudetto definitivamente, segna la strada su cui proseguire sempre, da qui a giugno. E poi ancora in avanti. Ora è tutto diverso, anche senza una vittoria.