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Alle porte di Roma-Juventus, tra aneddoti e ricordi personali, ci si aggrappa alla Storia per provare le suggestioni regalate a suo tempo da eventi ormai antichi eppure sempre ben vividi nella memoria di ciascun appassionato. Anni di sfide, tra bianconeri e giallorossi, condite con grani di peperoncino molto piccante e mai banali. Né alla vigilia e neppure a lavori in corso.
Mitici i confronti dialettici tra quei due signori del calcio come Dino Viola e Giampiero Boniperti
coloriti da sano antagonismo ma mai irriguardosi, anche nei momenti di maggiore fibrillazione. Impagabili “bisticci” a distanza tra Nils Liedholm e Giovanni Trapattoni volutamente condotti sul filo dell’ironia intelligente e dello sfottò da vecchi amici ormai rivali. Coinvolgenti i proclami di Roberto Falcao ai quali replicava, con eguale intensità, Roberto Bettega. Poi arrivava, sul campo, la resa dei conti con, a seguire, altri motivi per mantenere il cuore acceso. Il cuore delle rispettive tifoserie le quali avevano la possibilità di vivere l’evento, prima e durante e dopo, non solo con gli occhi ma con l’anima.

IL CALCIO DI OGGI - Oggi è molto complicato trovare nel calcio, giocato e parlato, quel sacro fuoco che restava sempre acceso sotto l’altare della propria squadra del cuore. Un gioco che dirigenti e calciatori hanno lentamente ma inesorabilmente trasformato in una specie di macchina per la produzione di freddi risultati, sportivi e aziendali, la quale per funzionare bene deve spogliarsi di qualsiasi contenuto emotivo e dunque umano e di ciascuna azione-reazione che abbia il sapore della genuina spontaneità.
La Juventus, in particolare, è la regina di questo di questo impero del “politicamente corretto” dove dominano il grande freddo e i ghiacci e dove è impossibile varcare il confine della ragione per spingersi un poco oltre e centrare il cuore degli appassionati. Presidente, dirigenti, allenatore e giocatori tutti ben allineati lungo quella striscia neutra e formalmente perfetta che rende la stessa Juventus una macchina il cui compito unico è quello di vincere senza alcun tipo di sussulto fuori dalle righe in grado di inviare un messaggio preciso ai suoi tifosi e cioè che la squadra bianconera non è una fabbrica di caramelle o di automobili ma un soggetto artigianale in grado di produrre sogni ed emozioni. Non solo vincendo ma smettendo lo stucchevole abito blu da cerimonia per vestire jeans e maglietta.

TUTTO IL CALCIO, UN ALTRO CALCIO - La imminente sfida tra giallorossi e bianconeri cade nel sessantesimo anniversario di “Tutto il calcio minuto per minuto” i cui “cantori” erano degli autentici affabulatori che ci permettevano di vivere le partite senza manco vederle. Pagine eroiche  di pallone al tempo del cuore che è impossibile non rimpiangere oggi con il pallone al tempo del sushi.