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Questo articolo necessita di una doverosa premessa, che non andrebbe dimenticata fino alla fine, quando qualcuno - soprattutto juventino - potrebbe irritarsi con chi scrive (capita spesso, e vabbè, non solo ai tifosi bianconeri). La premessa è la seguente: riteniamo Cristiano Ronaldo un calciatore assolutamente fenomenale, il numero uno al mondo alla pari con Messi che ha più talento ma è forse meno decisivo. Il portoghese a nostro avviso non è (come comprensibilmente dicono il suo procuratore Mendes e il suo direttore sportivo Paratici) il giocatore migliore di sempre, questo proprio no: per tecnica è inavvicinabile a gente come Maradona, ma anche Pelé, Cruyff, Platini, Zidane o lo stesso Messi. Il fatto però che sia così grande pur non essendo baciato dal dio del calcio come quelli appena citati, ce lo fa ammirare ancora di più: è diventato un mostro con il lavoro, la testa, l’applicazione, la cattiveria agonistica, la professionalità.

 

Ciò anteposto, l’enfasi che accompagna Ronaldo da quando è arrivato in Italia sta diventando stucchevole, patetica e a volte rasenta quasi la comicità. Qualsiasi cosa faccia, è la più bella del mondo. Se mette una palla in mezzo all’area, non è “cross di Ronaldo”, ma “grrrrandeeee crosssssss di Ronaldooooooo”, con 8 erre, 12 e, 16 esse e un numero imprecisato di o. E ovviamente c’è il contraltare, che non può essere da meno: “Ma che cross ha fatto! Che cross ha fatto!!!”. Ha fatto un cross.

 

Ronaldo ha segnato contro la Samp un gol grazie alla complicità di quell’ottimo portiere che è Audero. L’errore è stato evidente, insomma se quel tiro non imprendibile l’avesse fatto un De Sciglio qualsiasi, o anche un Bernardeschi, sarebbe diventata una mezza papera del ragazzo blucerchiato. Invece: “Ma guarda dove ha messo questa palla Ronaldo!”. E dove l’ha messa? In un punto in cui gol portiere poteva e doveva prenderla. La situazione è diventata talmente esasperata che perfino quando entra in campo “osserva con che sguardo lo fa!”. Eddai.

 

Dicono che abbia migliorato i compagni, poi. A noi francamente non pare. Forse è cresciuto Mandzukic, certo Dybala non è tornato quello decisivo dell’inizio della scorsa stagione o della precedente, così come non abbiamo visto progressi in Pjanic o Douglas Costa (anzi). Li aiuta in campo con le sue qualità, sicuramente, e fuori mette una straordinaria professionalità, ma non ci pare che la Juve fosse un’accozzaglia di indisciplinati e demotivati prima che arrivasse lui. Tanto meno di perdenti.

 

La verità è che Ronaldo ha reso la Juve, che in Italia era già nettamente più forte delle altre, ancora migliore, e ha scavato un solco incolmabile nel nostro campionato. Ma - attenzione - Cristiano alla Juve si giocherà tutto in pochissime partite: quelle che decideranno la Champions. Se riuscirà a riportarla a Torino ventitré anni dopo, allora sarà leggendario. Se però malauguratamente qualcosa dovesse andare storto, anche in una sola gara decisiva, allora i commenti che ascolteremo di più saranno: la Juve ha fallito la Champions anche con Ronaldo, è facile vincere al Real. Con una dozzina di elle.

 

@steagresti