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Non è iniziata esattamente come sperava l'avventura alla Juventus di Matthijs De Ligt. Dopo non aver preso benissimo la panchina contro il Parma ("Non me l'aspettavo"), alla seconda giornata contro il Napoli ha giocato al posto dell'infortunato Chiellini commettendo due gravi errori che hanno tenuto il risultato in bilico fino all'ultimo. 

CON L'OLANDA - Va in nazionale ma la musica non cambia: gli puntano il dito contro anche dopo la gara di ieri tra Olanda e Germania (Emre Can è rimasto 90' in panchina) per aver toccato il pallone di mano in area causando il rigore avversario a meno di 20' dal fischio finale: "Per me non era rigore - ha detto il difensore nel post partita - non mi ero nemmeno reso conto di avere la palla sul braccio. Volevo chiedere il VAR ma non si poteva". Il dubbio c'è, perché quando il pallone gli sbatte sul braccio lui guarda completamente da un'altra parte. Fatto sta che arrivano altre critiche per il difensore.

CAMBIAMENTO - Calma, stiamo parlando di un ragazzo di 20 anni che ha appena cambiato stile di vita e abitudini. Nuovo campionato, nuovo calcio. Il più tattico al mondo. La Serie A è diversa dall'Eredivisie, dove De Ligt era uno dei difensori (se non il) più forti dell'Olanda. Lì dove imparano a giocare con un modulo e se lo portano avanti dai Pulcini alla prima squadra, dove i movimenti e le tattiche sono sempre quelli da quando hai 7 anni, In particolare all'Ajax, dove il settore giovanile è il punto forte del club. In Italia no, alla Juventus si cambia e si sperimenta. Elasticità. Che presto avrà anche Matthijs, al quale bisogna lasciargli il tempo di ambientarsi e capire il campionato italiano. Sulle sue spalle pesano gli 85 milioni pagati dal club bianconero per prendere uno dei migliori giovani nel suo ruolo: c'è già chi l'ha etichettato come un fenomeno e chi l'ha definito un flop. Forse, la verità sta nel mezzo: aspettiamo e diamogli la possibilità di sbagliare. 20 anni e la voglia di stupire tutti, De Ligt è pronto a mettersi in vetrina.