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Tutto, troppo, incredibile per credere che alla base del calcio ci sia un insieme di coincidenze. Moneyball parlava del romanticismo del baseball, ma anche la ripresa del calcio ha saputo regalare scorci mozzafiato. Il primo: Sarri, un anno dopo la nomina da allenatore della Juve, può raggiungere il primo trofeo della stagione contro un vecchio amore come il Napoli. Parlerà ancora dei 'suoi' ragazzi? I sentimenti di contrasto, palesi al ritorno al San Paolo, scompariranno sull'altare della voglia di vincere? Si attendono risposte. 

LA PARTITA - E' una rivalità importante, ma non storica. Almeno non per la Juve, che in un'eventuale finale con Conte avrebbe probabilmente reagito alla pressione in maniera diversa. Eppure negli ultimi anni anche il Napoli ha saputo ritagliarsi uno suo spazio, sul verde del campo e sull'inchiostro delle polemiche. Nei ricordi dei giocatori ancora le parole di Insigne subito dopo il colpo di testa di Koulibaly: era il 2018, gli azzurri si fecero a un punto dalla vetta occupata dai bianconeri. E con Inter (al Meazza) e Roma in arrivo per i ragazzi di Allegri, qualcuno pensò bene di anticipare i festeggiamenti. Soprattutto l'attuale capitano partenopeo: 'Era come una finale? Beh, loro sono abituati a perderle...'. 

LA SPINTA - Da lì in poi, complice meravigliosa la sorte, la Juve si caricò e portò a casa uno scudetto che sembrava sfumato. Fu il crollo totale del Napoli e di Sarri, sotto le macerie di Pjanic e Orsato, di Simeone e degli alberghi di Firenze. Chiellini parlò poco e bene: 'Ci vuole rispetto'. E di rispetto si colorerà anche la vigilia di una finale strana e senza il fiato dell'attesa. Da una parte, il comandante non più colorato; dall'altra, chi cerca costantemente vendetta. Incroci speciali, pure troppo.