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Pochi uomini hanno, da soli, rivoluzionato un intero sport come Hendrik Johannes Cruijff. Nessuna icona, forse, ha assunto come lui un peso tanto universale, tanto necessario da attraversare qualsiasi barriera di nazionalità, cultura, filosofia. A un anno dalla scomparsa il suo monumento resta là, immobile e inattaccabile, in una linea continua che attraversa le strade di Amsterdam e quelle di Barcellona, passando per Los Angeles e Washington, fino a Rotterdam e Belgrado.


COPPA DEI CAMPIONI - Sì, Belgrado, dove Johan disputò con il meraviglioso Ajax di Ştefan Kovács (successore del meraviglioso Ajax di Rinus Michels), la finale di Coppa dei Campioni del 1973. Di fronte c’era l’ambiziosa Juventus di Čestmír Vycpálek, arrivata in Jugoslavia superando avversari più ostici del previsto: Magdeburgo, Ujpesti, Derby County, in una cavalcata storica verso la prima finale bianconera nella maggiore competizione europea per club. Un match complicato, dove i Lancieri ribadirono subito la propria forza con il gol di Johnny Rep, arrivato dopo appena quattro minuti dal fischio d’inizio. La Signora come sempre non si dà per vinta, evitando il tracollo e spaventando l’Ajax in più di un’occasione. Eppure quel funambolo con il numero 14 provoca diversi grattacapi alla retroguardia campione d’Italia: se lo ricordano bene Morini e Salvatore, ma soprattutto Helmut Haller, letteralmente spazzato via dal tornado Cruijff nella ripresa. Finisce 1-0: Johan va ad alzare la Coppa dalle Grandi Orecchie indossando la maglia degli sconfitti. L’immagine scatena i sogni dei molti tifosi bianconeri presenti a Belgrado, ma soprattutto di Gianni Agnelli.


CRUIJFF BIANCONERO - L'Avvocato a un Cruijff juventino ci aveva pensato eccome. Stimato e ammirato fin dagli anni ’60, quando dalle giovanili dell’Ajax approdò in prima squadra conquistandosi un ruolo di primo piano anche nella Nazionale olandese, in un’epoca in cui la chiusura delle frontiere impediva di fatto l’arrivo in Italia di talenti esteri. Nel 1976 Boniperti partì addirittura alla volta di Barcellona, per saggiare la disponibilità di Johan ad un futuro passaggio in bianconero. Il sogno rimase tale, ma la stima reciproca tra la Juventus e Cruijff restò intatta. Lui, che due stagioni fa elogiò l’impresa degli uomini di Allegri al Santiago Bernabeu, contrapponendo il “ridicolo Real Madrid” al progetto bianconero “da ammirare”. Lui, che dal salotto celeste dei più grandi guarderà interessato l’ennesimo incontro europeo tra il suo Barça e la Juve: ma stavolta, con tutto il rispetto, speriamo di essere noi a dargli un piccolo dispiacere.


@mcarapex