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Juve e Barcellona faccia a faccia. Stasera si sfidano due delle migliori squadre in Champions, una finale anticipata non adatta per cuori deboli. Sensazioni, emozioni e voglia di rialzare la testa dopo un periodo non granché per tutte e due le squadre. Una contro l'altra, ma è un po' come guardarsi allo specchio. Stesse ambizioni, progetti simili e due campioni intorno ai quali gira tutta la squadra. O meglio, il brand. Perché oggi il calcio va visto a 360°, dietro a una partita c'è un mondo fatto di marketing e social, di like e follower.

MARKETING E BRAND - E su questo la Juventus è al passo con i tempi. Un progetto condiviso col Barça anche alla vigilia della super sfida. Avversari sul campo e amici sui social, dove ieri la Juve per presentare la partita ha messo in copertina Paulo Dybala e Antoine Griezmann. Niente pretattica, puro spettacolo. "Vero" come ha scritto l'account social bianconero. La Juve è il club più internazionale d'Italia e la differenza la fanno i dettagli, le piccole cose: il profilo Twitter della Juve è in quattro lingue, per esempio, e proprio come il Barcellona in questi ultimi anni sta lavorando molto sulla parte extra campo. Con il nuovo logo la società ha deciso di voltare nettamente pagina iniziando un progetto che coinvolgesse il brand a 360°: nuove iniziative, personaggi immagine presi in prestito dal mondo della musica, della moda o del cinema e un'interazione sempre maggiore con i tifosi. Un esempio? L'ultimo in ordine di tempo: la maglia indossata dai giocatori contro il Verona è stata disegnata dal cantante e artista Pharrell Williams ed era stata scelta per una sola gara stagione. Operazione di marketing e d'immagine.

PROGETTI E SCELTE - Poi è chiaro, c'è anche il campo. E due progetti che vanno quasi di pari passo. Minimo comun denominatore: i giovani. E' da loro che vogliono ripartire Juventus e Barcellona, che hanno voltato pagina dopo due situazioni complicate: i bianconeri l'anno scorso hanno vinto lo scudetto ma Sarri non convinceva nessuno, così dentro Pirlo e la sua filosofia di lanciare i talenti senza guardare la carta d'identità. Proprio come Ronald Koeman, che al Clasico si è presentato con due 17enni proiettando lo sguardo verso il futuro. Pianificazione del lavoro, da una parte e dall'altra. Altro giro, altra caratteristica comune: tutte e due le società hanno deciso di mettere il nuovo progetto in mano ad allenatori di fiducia. Sia Pirlo che Koeman infatti conoscono molto bene i rispettivi ambienti per averli già vissuti da giocatori, ed è questo che ha spinto Agnelli a puntare su un debuttante assoluto e il Barça a scegliere l'olandese dopo l'esonero di Setien. Stasera saranno uno di fronte all'altro: Pirlo contro Koeman, Juve contro Barcellona. Due progetti simili studiati in ogni minimo dettaglio, proprio come la partita di stasera.