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L'edizione odierna de Il Fatto Quotidiano continua a insistere sul presunto accordo tra la Juve e i gruppi ultras per mantenere la pace allo Stadium, tra bagarinaggio e affari con la malavita organizzata. La procura federale della FIGC, scrivono i colleghi, accusa Andrea Agnelli di aver aver incontrato esponenti mafiosi. E' un'insinuazione pesante quella lanciata dall'ex prefetto Giuseppe Pecoraro, il procuratore della Federcalcio, al presidente bianconero. Pecoraro ha ricevuto gli atti da Torino a novembre e, dopo ulteriori accertamenti, ha deciso di non archiviare. "La Juventus ha risposto con le controdeduzioni e ha indicato, come persona informata, l'amministratore delegato Beppe Marotta, che nell'ultimo periodo è uscito dalle grazie di Agnelli".

L'INDAGINE - Ricordiamo che i rilievi di Pecoraro e colleghi provengono dalle carte di Torino e dalle deposizioni di Rocco Dominello, identificato come esponente della cosca Pesce-Bellocco della ‘ndrangheta. Nel corso dell’indagine “Alto Piemonte” non erano emerse frequentazioni con la Juve, ma un’intercettazione ha provocato qualche dubbio. Tra luglio e agosto gli investigatori hanno cercato perciò di approfondire. Al termine dell’indagine nessun dirigente è indagato, ma il club bianconero non è neanche ritenuto parte offesa dalle pressioni esercitate dagli ultras.

GERMANI E DOMINELLO - "Come risulta dai verbali", scrive Il Fatto, "gli inquirenti si sono posti il dubbio a partire da un'intercettazione precisa" in cui l'ex ultrà Fabio Germani parlava al responsabile della biglietteria juventina Stefano Merulla di continui incontri con il presidente bianconero. Germani menzionava anche Rocco Dominello, "arrestato (...) per associazione mafiosa e tentato omicidio, fratello di due uomini arrestati per associazione mafiosa e poi condannati in primo e secondo grado". Costui, inoltre, "è tra i fondatori del gruppo di ultras Gobbi, che tra il 2013 e il 2014 ha trovato posto nella curva Scirea dello Juventus Stadium e ha preso in mano la gestione della rivendita di biglietti dopo essere stato introdotto ai manager bianconeri da Germani". Quest'ultimo, riporta Il Fatto, ha citato anche il nome di Alessandro D'Angelo, security manager della squadra e uomo di fiducia del presidente che conosce sin da quando era bambino. D'Angelo, sentito come persona informata sui fatti, nega di aver introdotto Dominello ad Agnelli: "Io non mi sarei permesso di portare Rocco dal presidente". Dominello, dalla sua, nega di essere un 'ndrangetista ma offre un'altra versione: "Ricordo che portai con Fabio Germani e D'Angelo un cesto di Natale ad Andrea Agnelli. Un'altra volta D'Angelo mi portò da Agnelli in piazza Cln, forse era la prima volta che lo vedevo". E durante quell'incontro "il presidente gli avrebbe parlato della sua nuova strategia per le curve: non più biglietti, ma abbonamenti". Su una cosa Dominello è però chiaro: "Il progetto era la vendita, la Juve non regala nulla". 

MAROTTA A RAPPORTO - Intanto, secondo il QS, Beppe Marotta potrebbe essere sentito dalla Commissione Antimafia in merito alla vicenda del suicidio di un capo ultrà juventino. La chiamata dell'ad bianconero aiuterebbe ad inquadrare meglio l'accaduto e a dissipare qualche ombra su una situazione che, ci preme ricordarlo, al momento non offre alcuna certezza.