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L’Europa del calcio si spacca. Da un lato ci sono Inghilterra, Spagna, Germania, Italia e Francia, che con i rispettivi campionati totalizzano il 75% dei ricavi. Dall’altro lato ci sono invece 50 campionati sportivamente e economicamente marginali. Ma anche tra le leghe top la forbice si sta allargando sempre di più. 

Come riferito dall'indagine della Gazzetta dello Sport, la Premier è un pianeta lontano, il cui fatturato viaggia su 5,4 miliardi di euro. Seguono, ben staccate, Spagna (3,15 miliardi) e Italia (2,31 miliardi). A far la differenza sono soprattutto i diritti tv, che in Inghilterra vale 3,6 miliardi di euro. Tre volte l’Italia, quarta nel ranking Uefa. Un divario cresciuto esponenzialmente negli ultimi anni: nel 2012/13 i diritti tv della Serie A valevano quasi 1 miliardo di euro, quelli inglesi 1,26. I club sono ancora tv dipendenti: il 47% delle entrate delle società italiane viene dai diritti tv. L’Italia incassa la metà anche rispetto alla Germania, un campionato non necessariamente superiore al nostro.

Sono inoltre solo 6 i club con un bilancio in utile. Sono inoltre poco social i club di Serie A: 4 milioni di follower su Instagram contro i 23 della Liga e 32 dell’Inghilterra. Aumentano però gli incassi da stadio (siamo a 268 milioni). Gli stipendi, il 65% del fatturato totale, crescono meno degli altri tornei. Solo cinque italiane, Juve, Inter, Roma, Napoli e Milan sono tra i primi club europei per fatturati. Solo il Napoli è tra le prime 10 per utili netti nell’ultimo decennio, solo la Lazio nell’ultimo anno. La Serie A vanta 4 squadre nella top 10 dei debiti: Inter (461 milioni), Juve (372 milioni), Roma (312 milioni) e Milan (260 milioni).