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Ahia Paul, questa fa davvero male. Se ti fossi fermato per un altro infortunio ti avremmo perdonato, del resto lo abbiamo fatto tante volte dalla scorsa estate (sì, in fondo ti abbiamo voluto bene anche quando hai fatto di testa tua, scegliendo di non operarti con la speranza di poter giocare il Mondiale). Ma questa da te non ce la aspettavamo proprio. Perché questo gesto di "disobbedienza", proprio adesso che eravamo convinti di poter fare di nuovo affidamento su di te? Perché ti sei atteggiato come un ragazzino qualsiasi, invece che onorare la maglia numero 10 e comportarti da uomo vero, dopo i tanti sacrifici che tutti i tuoi compagni hanno fatto per sopperire alla tua assenza?

Per quanto per noi tifosi possa essere difficile da accettare, Massimiliano Allegri ha fatto bene a escluderti dai convocati per il match di questa sera. Solo pochi giorni fa, del resto, ha rimproverato pubblicamente Moise Kean, qualche tempo fa invece aveva condannato Leonardo Bonucci a seguire una partita di Champions League da uno sgabello: non vediamo ragioni, quindi, per cui non avrebbe dovuto essere altrettanto severo con te, che peraltro hai raggiunto l'età della piena maturità e ormai dovresti sapere bene che cosa vuol dire essere un professionista serio e affidabile. Senza dimenticare che il tuo ritorno "a casa" ci sta costando dieci milioni di euro netti all'anno.

Così non va, Paul. In pochi mesi - non sempre per colpa tua, per carità - hai già cancellato tanti bellissimi ricordi che ci univano a te, che ci hanno spinto a riportarti in bianconero nonostante non stessi vivendo un periodo particolarmente esaltante. E ora, proprio in questo momento in cui tutti dovremmo remare nella stessa direzione per aiutare la Juve ad attraversare una tempesta violenta e inattesa, hai scelto di invertire la rotta e procedere per un'altra strada. Che peccato, Paul. Per farti perdonare, questa volta, dovrai impegnarti parecchio.