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Al Manchester United scoppia il caso Paul Pogba. Una lotta interna: da una parte i tifosi dei Red Devils (non tutti, chiaramente), dall'altra il club, e nel mezzo il centrocampista francese. Pogba è stato preso di mira dopo il rigore sbagliato nella gara pareggiata contro il Wolverhampton, giocata ieri sera, che sarebbe stato decisivo per la vittoria. Insulti e accuse con un solo grande coro, diretto alla dirigenza del club inglese: "È distratto, non vuole restare. Mandatelo via". Ma non solo. Sui social, infatti, il pubblico si è scatenato appellandolo "Egoista", "Mela marcia" e così via. Con anche un messaggio riferito al passato, quello che l'ha visto alla Juventus: "Se ne deve andare. Non è una questione di bravura, ma di atteggiamento e Sir Alex Ferguson se ne era accorto". Purtroppo, però, non ci si è fermati qui.

CASO RAZZISMO - Il limite, infatti, è stato notevolmente superato quando sui canali social di Paul Pogba sono stati registrati diversi insulti di stampo razzista. Immediato il comunicato dello United: "Tutti al Manchester United sono disgustati dagli abusi razziali contro Paul Pogba della scorsa notte e lo condanniamo in toto. Le persone che hanno espresso queste opinioni non rappresentano i valori del nostro grande club ed è incoraggiante vedere che la stragrande maggioranza dei nostri fan li condanna anche sui social media. Il Manchester United ha tolleranza zero nei confronti di qualsiasi forma di razzismo o discriminazione e un impegno di lunga data nella campagna contro di essa attraverso la nostra iniziativa #AllRedAllEqual. Lavoreremo per identificare i pochi coinvolti in questi incidenti e prendere le misure più efficaci a nostra disposizione. Incoraggiamo anche le società di social media ad agire in questi casi".