
Pogba, fai come Mandzukic e Redondo: se non giochi, rinuncia allo stipendio
Nella storia del calcio, più o meno recente, ci sono stati alcuni esempi di calciatori virtuosi che, per motivi diversi fra loro, hanno rinunciato a parte del proprio ingaggio. E' quello che tanti tifosi della Juventus chiedono di fare a Pogba che, lo ricordiamo, percepisce un ingaggio netto di 8 milioni di euro a stagione.
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FERNANDO REDONDO - Nel 2000, a 31 anni, il centrocampista argentino arrivoò al Milan per 35 miliardi di lire, rompendosi il crociato pochi giorni dopo il suo arrivo a Milanello. Redondo racconta così le parole che disse all'allora ad rossonero Adriano Galliani: "Gli chiesi di non pagarmi lo stipendio fino a che sarei tornato giocare. Avevo bisogno di lasciare Milanello perché tutti mi chiedevano quando sarei tornato e io non sapevo cosa dire. Se tutto questo fosse successo a Madrid, sarebbe stato diverso, perché aveva già dato tanto per il club. Ma a Milano non ero stato in grado di giocare nemmeno un minuto. Era una situazione terribile".
ANGELO SCHIAVIO - Dopo Meazza e Piola fu il più grande calciatore italiano negli anni '30. E' stato lui il primo calciatore a dire "no grazie" all'ingaggio che il Bologna gli offriva. "Ho già di che mantenermi - diceva - E con tutto il tempo che perdo a giocare ci rimetto un sacco di soldi". Schiavio aveva studiato da ragioniere e lavorava nella merceria più prestigiosa di Bologna (l'attività di famiglia), poi la sera andava ad allenarsi.


MARIO MANDZUKIC - Mezza stagione al Milan, da gennaio e giugno 2021, il croato rinunciò allo stipendio di marzo 2021, poco più di 250.000 euro netti (l'ingaggio per sei mesi era di 1,6 milioni). L'ex Juve era arrivato a Milano infortunato. Il presidente Paolo Scaroni definì l'iniziativa "un gesto etico, da professionista". Il Milan decise di devolvere i soldi alla Fondazione Milan che sostiene progetti a favore dei giovani in condizioni di fragilità socio-economica ed educativa.

DAMIANO TOMMASI - Quandi Damiano Tommasi si ripresentò a Trigoria dopo una stagione saltata per la rottura del crociati, preferì tagliarsi lo stipendio fino a 1.500 euro, il minimo sindacale. "L'ho fatto per amore del calcio e anche per una forma di riconoscenza nei confronti della Roma che in quest'anno di tribolazioni mi è sempre stata vicina", dichiarò Tommasi, poi diventato presidente dell'Associalciatori, dal 2011 al 2020, e ora sindaco di Verona.
CRISTIANO LUCARELLI - Cristiano Lucarelli, bandiera del Livorno, si dimezzò volontariamente lo stipendio quando la sua squadra scese di categoria. "Ci sono giocatori che con i soldi guadagnati si comprano lo yacht, una Ferrari, una villa al mare. Ecco io con questi soldi mi ci sono comprato la maglia del Livorno", commentò l'attaccante labronico.


HAKAN CALHANOGLU - Ai tempi del Bayer Leverkusen , il centrocampista turco, attualmente all'Inter, venne squalificato per quattro mesi (per non aver rispettato un contratto con il Trabzonspor. Dichiarando di non non voler "danneggiare ulteriormente il club", rinunciò all'ingaggio per il periodo della sua assenza forzata.
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