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Miralem Pjanic al centro del Luna Park. Il regista della Juve si è raccontato in una lunga intervista a Tuttosport: "Nuovo ruolo e rendimento? Cerco di fare quello che mi chiede Sarri, di trovare spazio e farmi vedere per ricevere palla. Quello che mi piace nella sua visione è il gioco a uno-due tocchi, il far correre la palla più di noi, perché la palla viaggia sempre più veloce. A me piace giocare così, con meno tocchi possibile. Ho sempre detto che ho bisogno di avere la palla e farla girare per essere “in fiducia”, cioè per essere sicuri di noi stessi, e far giocare bene gli altri. Ho un ruolo molto importante e mi trovo molto bene in questo modo di giocare. Anche se ultimamente chiudiamo le partite con pochi gol rispetto a quanto creiamo e questo ci mette un po’ in pericolo e non ci dà tutta la soddisfazione che potremmo avere per come giochiamo. Dobbiamo essere più cinici e concretizzare di più, questo porterà anche gli avversari ad avere più rispetto e più paura di noi. 

POCA CATTIVERIA - "Forse ci rendiamo conto che arriviamo spesso a creare occasioni e siamo un po’ leggeri per questa consapevolezza. Arriviamo al tiro senza voler a tutti i costi spaccare la porta. Una volta che inizieremo a segnare di più arriveranno tranquillità e lucidità e continueremo, perché questa squadra ha talmente tanta qualità che riusciremo a far gol da ogni angolo. Però dobbiamo essere più cattivi» 
 
ERRORI RONALDO - «Succede a tutti, ma per fortuna alla fine abbiamo vinto e sono tre punti importanti, visti i risultati: l’Inter che aveva vinto, il Napoli che invece ha perso punti. Era importante tenere il passo e andare avanti, farlo fino a marzo che sarà il mese più importante, e magari vedere se allunghiamo un po’». 
 
DIVERTIMENTO - «Sì, ci divertiamo tanto, perché abbiamo spesso la palla e siamo spesso nella metà campo avversaria, facendo correre gli altri: è più piacevole che correre dietro a loro. Creiamo davvero tante palle gol, poi il non concretizzarle e rischiare qualcosa porta a non veder riconosciuto da fuori questo divertimento e si parla di insicurezza. Dobbiamo continuare a divertirci ed essere contenti di quanto creiamo, ma sapendo di essere sempre su un filo». 
 
INTER VICINA - «E’ bello, perché ti fa stare concentrato e non rilassarti. Ma non ci importa più di tanto di loro, noi dobbiamo fare la nostra strada: il campionato è appena iniziato, l’importante è tenere questo passo e provare ad allungare. Se poi restiamo a questa distanza ce la giocheremo qua, senza paura. Li rispettiamo, come li abbiamo rispettati a San Siro, ma abbiamo dimostrato che questa squadra è fatta per vincere e che vogliamo tenere lo scudetto qua».  
 
JUVE - «Questo è il quarto anno che sono qua e mi sento veramente bene. E’ una società che mi piace tantissimo, per come sta crescendo, per la storia che ha. E’ un club fantastico e sono molto felice, così riesco a far vedere il mio calcio al meglio. Ormai sono un dei più anziani e ho tante partite alle spalle, mi sento importante, come tanti che stanno qua. Mi pongo sempre nuovi obiettivi per essere il migliore, perché qua siamo in un club molto ambizioso, che vuole assolutamente vincere la Champions. Per farlo bisogna essere forti e io voglio essere sempre più forte. E’ la mentalità della Juventus, che cerco di spiegare ai nuovi: quando entri in questi spogliatoi, vivi le partite, il prepartita e il postpartita, la capisci subito. Se vinci è tutto normale, se perdi è un inferno. A tutti serve un po’ di tempo: aiutarli mi viene naturale, anche perché parlo più lingue. Poi mi piace scherzare e sono tranquillo, anche se sul campo sono un’altra persona e do fastidio agli avversari. Una volta che ho vinto, però, tutto cambia». 
 
ARBITRI ED ERRORI - «Quando esci dopo aver perso sei arrabbiato e puoi dire di tutto, ma quella di incolpare qualcuno è la strada più facile. Poi capita che gli arbitri sbaglino, come sbagliamo noi. Oggi però il Var aiuta molto gli arbitri e anche la gente: in teoria dovrebbe eliminare le polemiche, ma io ormai non le ascolto neanche più. Alla fine le squadre forti vincono senza cercare alibi. Poi gli errori capitano a tutti, a favore o a sfavore: ma io credo solo alle squadre più forti, che lavorano di più per vincere». 
 
CHAMPIONS - «Pronti? Certo. Se domani dovessimo affrontare chiunque non avremmo problemi a giocarcela. Sento la squadra pronta, abbiamo giocatori forti, non abbiamo paura. Poi come ho sempre detto dobbiamo arrivare a febbraio-marzo con tutta la rosa a disposizione, senza infortunati, e ce la giochiamo con tutti senza problemi, ci credo fortemente. Però facciamo un passo alla volta, intanto qualifichiamoci e proviamo a farlo da primi, poi vediamo. Ma la squadra è fatta per essere tra le migliori. Lasciamo parlare la gente: della partita col Genoa che è stata brutta tra un mese non si ricorderà nessuno, intanto ci siamo presi i tre punti che sono importanti. La stagione è lunga, dobbiamo giocare 60 partite, è tra un po’ che conterà davvero giocare bene, perché in Europa non puoi nasconderti e devi creare. E’ lì che servirà essere al top. E ci saremo».

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