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La conta dei danni, quando si è scoraggiati e delusi, rischia di essere più salata di quanto non sia in realtà. Eppure, a due giorni dalla sconfitta di Verona, i problemi di questa Juventus sembrano essere ogni giorno di più. Sembra, quasi, che se ne aggiungano, vuoi per catastrofismo, ma vuoi anche per indubbie prestazioni in calo: su tutti, il rendimento di Miralem Pjanic comincia a destare più di qualche preoccupazione. Per di più, se al calo del bosniaco si aggiungono le prodezze di Emre Can con il Borussia Dortmund, vien facile intuire come i problemi, quando non vengono da soli, una strada per Torino la trovano ugualmente. 

Pjanic sembra involuto, ben lontano da quel mediano da 150 passaggi richiesto da Sarri in estate, ma anche da quello che, tra l'autunno e l'inverno, era sembrato essere il giocatore decisivo della squadra. Più di Ronaldo, più di Dybala, Pjanic ha dato veramente l'impressione di essere imprescindibile, come equilibratore di spazi e tempi di gioco. E ora, invece? Ora è stato risucchiato nella morsa di un gioco sterile, che dalle sua parti del campo passa, ma che non s'illumina come prima. Stanchezza, forse, un ruolo non suo, altro forse. Quel che è sicuro, è che la Juventus non ha riserve per quel ruolo, visto che ormai Bentancur è stato promosso a mezzala e Emre Can, be', tutti sanno come è andata. Così, tra rimpianti e rabbia, vien quasi da chiedersi se sia stato giusto cedere a cuor leggero il tedesco senza un sostituto pronto, che potesse dare ricambio al bosniaco: i tifosi insorgono, ma questa volta con una giusta dose di ragioni.