JORGINHO - Ma Sarri non si è disperato, perché all'ombra del Vesuvio ha potuto svezzare un altro mister 150: la storia di Jorginho è nota ed oggi, a differenza di Valdifiori, può dirsi un calciatore di livello anche senza il suo mentore in panchina (per quanto se lo sia portato anche al Chelsea). Un piccolo excursus che serve come premessa ai numeri di Miralem Pjanic in questo inizio di stagione: come riporta Tuttosport, infatti, il bosniaco avrebbe fatto un discreto lavoro a Parma (113 palloni toccati), salvo poi crollare nelle statistiche contro il Napoli (appena 70). Un'inversione di tendenza che riflette anche del tipo di prestazione di squadra, che si lega a doppio filo con gli altri dieci giocatori in campo e che, quindi, ne dipende.
CONDIZIONAMENTI - Difficile capire se la squadra non funziona a causa di Pjanic, o se Pjanic non funzioni a causa della squadra. Come per l'uovo e la gallina, il principio va spiegato con filosofia, piuttosto che con la scienza: spesso, non si tiene in considerazione l'avversario, per esempio. Eppure, nelle idee di calcio di Sarri, un canovaccio tattico vincente è in grado di superare qualsiasi situazione, proprio perché vincente. Così, dopo alcuni momenti di Sarri-ball ed altri di allegriana speculazione, questa prima Juventus ha fatto fatica a dare le sue chiavi del gioco al bosniaco. Questione di tempo, questione di abitudini, ma che vanno assolutamente assimilate il prima possibile. Anche perché ruoli alternativi, per Pjanic, non se ne vedono in questo 4-3-3. Un'alternativa, a Pjanic in questo caso, invece c'è, anche se va ancora studiata: si chiama Rodrigo Bentancur.