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Feeling. Unità d'intenti. Clima giusto. Sono tutti termini che hanno accompagnato l'esonero di Sarri e portato alla promozione di Andrea Pirlo. Alla fine, cosa c'è di nuovo nel racconto di Pjanic? Nel detto e non detto di un divorzio da troppi annunciato, le parole del bosniaco sul suo vecchio allenatore non sono né pietra tombale sulla questione, né notizie di primo pelo. E' l'ennesima spiegazione di un addio che non ammette dietrologia: lasciarsi senza prima essersi presi resterà per sempre indolore. Più o meno.

LA FIDUCIA - Eppure, è diversa la questione fiducia, sottolineata anche dai tifosi sui social - a proposito: guarda la gallery in basso per leggere i commenti più o meno infuriati -, che aggiunge pepe alla già citata frase sugli 'inallenabili' (Sarri l'avrebbe detta ad Agnelli subito dopo aver ricevuto comunicazione dell'esonero) e che porta la bilancia delle responsabilità a pendere tutta dalla parte del tecnico toscano. "Quello che ancora adesso mi dispiace è che Sarri non aveva fiducia negli uomini e questo mi ha disturbato. Quando uno si sbaglia nella valutazione delle persone mi dispiace e resta la cosa peggiore, perché ogni giocatore in quello spogliatoio ha sempre dato e darà sempre il massimo per il club e per la squadra", racconta - senza svelare - Pjanic. Come a dire: potranno aver tolto Sarri dal Napoli, ma non il Napoli in Sarri. Troppo facile citare Nanni Moretti, però le parole sono importanti. Davvero.