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Miralem Pjanic si racconta. Ai microfoni di Tuttosport, il centrocampista bosniaco spiega la sua stagione e manda anche qualche messaggio di mercato. 
 
RITORNO - «Un giocatore che consiglierei dalla Turchia? Sì, Miralem Pjanic. A parte gli scherzi, ci sono dei bei talenti, però giocare nella Juventus non è semplice: serve grande responsabilità. Io sono tuttora molto affezionato al club, ai tifosi, all’allenatore, ai compagni, al presidente, ai dirigenti... Ho ricordi bellissimi e mi auguro, prima o poi, di riuscire a venire allo Stadium a vedere una partita con mio figlio. Per me è stato difficile lasciare la Juventus, ma l’ho fatto per un un club incredibile come il Barcellona che mi aveva già cercato due anni prima. Un ritorno a Torino in futuro? Se si farà, bene... Ma in ogni caso augurerò sempre il meglio alla Juventus». 
 
SCUDETTO - «Seguo molto il campionato italiano. L’Inter ha riconquistato la testa della classifica, ma mi aspetto un torneo equilibrato fino alla fine. Può succedere ancora di tutto, basta pensare che dopo il super inizio di Milan e Napoli si diceva che il titolo sarebbe stata una sfida tra loro, invece... Sono ancora in corsa tutte, compresa l’Atalanta: la squadra di Gasperini è tosta e se prende maggiore consapevolezza dei propri mezzi può anche giocarsela per lo scudetto. E non dimentichiamoci mai della Juventus di Allegri, che io non darò mai per morta». 
 
CHIELLINI OPPURE OSIMHEN - «Sono due giocatori molto importanti. Osimhen ha fatto benissimo fino all’infortunio. Detto questo, pesa di più l’assenza di Chiello: conosco bene Giorgio ed è uno che dà tanto dentro e fuori dal campo. È di un’altra categoria, non è sostituibile». 
 
ALLEGRI - «Allegri è il migliore della Serie A: fa star bene un gruppo e vincere la squadra. Con lui mi sono trovato alla grande, lo stimo moltissimo. Adesso ha una squadra diversa dalle nostre, con più ragazzi giovani che forse hanno un po’ faticato a integrarsi con il mondo Juve. Però sono certo che Max sia il tecnico giusto per riportare i bianconeri al top in Italia e in Europa». 
 
CONTRO NAPOLI E SARRI - «Mi vengono in mente le partite contro il Napoli di Sarri, sempre complicatissime. Soprattutto quelle in cui, pur giocando peggio di loro, alla fine abbiamo portato a casa i tre punti. Quelle vittorie, oltre che per la classifica, sono fondamentali a livello mentale: trasmettono rabbia agli avversari, che si sentono massacrati perdendo così... I successi più difficili sono i più belli: in quelle occasioni eravamo bravi a capire le situazioni portando a casa i punti ad ogni costo. Ecco, negli ultimi anni si è un po’ persa questa qualità ed è quello che si deve ritrovare. Ho sempre avuto un grandissimo rispetto per il Napoli e per i suoi tifosi. Se ripenso a quelle sfide, mi viene in mente anche Higuain. Era super motivato: lo fischiavano ad ogni pallone e lui segnava». 
 
CONSIGLIO A MORATA - «Non ne ha bisogno. Finora ha avuto una super carriera, Morata: ha giocato in grandi club come Real Madrid, Chelsea, Atletico e Juventus. L’unico consiglio che darei a chiunque, a prescindere da Morata, è di pensare due volte prima di lasciare un posto dove sei felice anche se in un altro club ti offrono di più. Però a volte i giocatori hanno bisogno di motivazioni e nuove sfide. Morata saprà molto bene cosa fare. Il Barcellona ha preso un allenatore come Xavi, che conosce perfettamente il club, e tornerà grande. Vedremo: non conosco i dettagli, ma Morata l’ho sempre sentito felice anche alla Juventus. Quando uno ha deciso di andar via significa che non è più felice ed è meglio non trattenerlo, ma non so se questo sia il caso di Morata, che al contrario l’ho sempre sentito parlare benissimo dei bianconeri e del club. Poi, ovvio, quando a chiamare è il Barcellona, c’è sempre da pensare. Però anche la Juventus è un top club. Sono tutti grandi e esperti, prenderanno la decisione più giusta». 
 
DE LIGT - «Matthijs ha altri anni di contratto con i bianconeri, è serio e ha l’atteggiamento da Juve. Se il Barcellona o altri club sono interessati, non lo so. De Ligt ha fatto un’ottima scelta decidendo di crescere al fianco di Bonucci e Chiellini. Alla Juve è felice e quando sei felice, meglio restarci. Se avrà la motivazione di provare qualcosa di nuovo, si vedrà». 
 
IN ATTACCO - «Vlahovic. Prenderei subito lui perché è giovane, ma appartiene alla categoria dei top: è un attaccante che si assume responsabilità e sarebbe l’ideale». 
 
DYBALA - «Mi sono sempre divertito con lui, è un giocatore che la Juventus non deve perdere. Lui, Bonucci e Chiellini sono lì da anni e sono importanti anche nello spogliatoio per spiegare a chi arriva da fuori che cos’è la Juventus. Se le due parti vogliono la stessa cosa, una soluzione si troverà. Dybala lo terrei sempre, ha una mentalità vincente».