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Più in alto arrivi, più grande sei, più forte è il rumore quando cadi. E ieri, piaccia o no, Cristiano Ronaldo è scivolato pesantemente. Un conto è contestare la decisione del mancato premio (“Uefa player of the year”), effettivamente discutibile: si parla in questo caso soprattutto se non esclusivamente di cammino in Champions League, con i suoi 15 gol tra cui quella rovesciata entrata di diritto nella storia del calcio, Cristiano Ronaldo avrebbe meritato anche più che nelle passate stagioni quel premio finito tra le mani del compagno Luke Modric. Un conto è rinunciare al ritiro del premio di miglior attaccante: è quello il vuoto pesante, anche più dell'assenza in quanto finalista per il trofeo principale. E allora eccola, rimbombare, la prima caduta del Ronaldo juventino. Fa rumore ed è giusto che sia così: anche perché da 50 giorni esatti in Italia non si parla d'altro che di lui e della straordinaria presenza, decisiva, in ogni settore. Calcistico, economico, sociale. “E' stata una scelta personale e come tale va rispettata”, ha dichiarato poco fa Max Allegri. Vero, va rispettata. Ma anche criticata se necessario, perché si parla sempre dello sportivo più influente al mondo, non è solo una questione di stile ma anche di esempio da dare. Ecco perché una volta di più la partita di domani sarà fondamentale per Cristiano Ronaldo, per il Cristiano Ronaldo juventino.

CACCIA AL GOL E A MOU – Dalle critiche uno come lui non può fare altro che ripartire più forte di prima. Domani sera a Parma dovrà lasciare tutto fuori, è un fenomeno anche in questo. Domani sera a Parma dovrà sbloccarsi anche in zona gol, per mettere tutti a tacere e dimostrare anche con i numeri in bianconero di essere il più forte di tutti. Dare tutto non è sufficiente in questa occasione, serve una risposta sul campo anche a tutti coloro che gli hanno preferito Modric. Per il semplice fatto che è la prima occasione. Poi sarà tempo di preparare con calma il ritorno in Champions e quello a Manchester. Contro il suo United, unico vero club potenzialmente in grado di sfidare la Juve per ingaggiare CR7 dopo la fuga da Madrid. Se solo di mezzo non ci fosse stato quel Jose Mourinho con cui ha fatto volare ben più di uno straccio: la vendetta se l'è già presa, con quattro Champions vinte grazie ad Ancelotti e Zidane. Ma il sapore di una vittoria in faccia al nemico ora padrone di quella che era stata e poteva tornare casa sua, è sempre dolce. Prima, però, il Parma: la caduta c'è stata e ha fatto rumore, rialzarsi subito e tornare sul trono è l'unica cosa da fare. Perché rimane in ogni caso il più grande di tutti. Per questo l'assenza di ieri non piace proprio per nulla.