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Qualcosa si muove, ma non cambia la vita. C'è Mattia Perin che aspetta di tornare nel suo Genoa, ancora in prestito. C'è Cristian Romero che dopo aver prolungato di anno il proprio contratto per spalmare il carico residuo a bilancio di stagione in stagione, è pronto a firmare il passaggio all'Atalanta in prestito biennale con opzione di riscatto. Poi si avvicina la risoluzione di contratto con Sami Khedira, così come si battaglia per quella di Gonzalo Higuain. Tutte situazioni che aiutano forse ma non cambiano la vita della Juve sul mercato. Servirebbero due o tre cessioni importanti, di quelle vere, capaci di generare plusvalenze e ancor meglio di dare liquidità per finanziare un mercato che ora è fermo alle soluzioni di opportunità. Ma perché la Juve non riesce a vendere?

QUANTI INFORTUNI – Perché la crisi vale per tutti, questo è un fatto. Perché si pagano le conseguenze di contratti alti e rinnovi facili, restano sul groppone degli ingaggi che difficilmente possono agevolare il passaggio di tanti-troppi giocatori bianconeri ad altre squadre. E anche, magari soprattutto, perché se pure il valore di questi giocatori dovesse convincere altri club a investire, poi sorgono subito dopo i dubbi sulla loro tenuta atletica: da Mattia De Sciglio ad Aaron Ramsey, da Douglas Costa allo stesso Sami Khedira passando per Marko Pjaca. Sono più le partite saltate di quelle giocate. E non è un modo dire. Gli ultimi due o tre anni hanno reso questi investimenti da colpi di mercato a dei flop, al di là del valore tecnico o del rendimento di quando erano a disposizione.

Scopri nel dettaglio quante partite hanno saltato e quante ne hanno giocate tutti i giocatori in vendita della Juve.