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Andrea Pirlo è in attesa. Di chi? Di se stesso sul campo. Perché per quanto abbia affermato che in rosa non esiste un regista, in realtà si aspetta qualcosa in più da Arthur, l’unico che ha in dote le qualità richieste. Forse in maniera anomala, perché non staziona al centro del campo ma si muove come un pendolo avanti e indietro, ma i piedi adatti al ruolo li possiede, è solo questione di registrarli su frequenze diverse. Oppure Pirlo aspetta dal mercato, dove Manuel Locatelli fu la sua prima richiesta non appena varcò i cancelli della Continassa come allenatore della prima squadra. Nell’attesa gli esperimenti sono stati plurimi, ma ci sono state un paio di costanti sempre riconoscibili fino ad ora: oltre a Ronaldo e Morata, la garanzia Cuadrado. Un leader tecnico aggiunto alla manovra offensiva.

RIFINITORE OFFENSIVO - Ma come, lui terzino, componente in più delle azioni d’attacco della Juve? Esattamente, e basta partire da un dato piuttosto eloquente. 7 assist in stagione, 3 in campionato (gli ultimi due fondamentali contro il Torino) e 4 in Champions League in altrettante presenze. Spesso e volentieri, infatti, il giro palla bianconero porta il colombiano ad essere l’uomo giusto al momento giusto, capace di servire il passaggio smarcante per il Morata di turno (l’alchimia tra i due è qualcosa naturale), risultando più decisivo perfino dei centrocampisti nel compito di rifinitura. E non si tratta di una semplice coincidenza del destino, ma di una certezza costante. L’edizione odierna del Corriere dello Sport pone un quesito interessante, dando la seguente risposta: “Chi trova un regista trova un tesoro? Non necessariamente”. Fino a quanto momento, il responso calza a pennello con la Juve. In attesa che Arthur aumenti i giri oppure che il Natale porti sotto l’albero un regalo tutto da scartare, Pirlo può contare sullo schema riconoscibile di Cuadrado, l’espressione massima del terzino moderno.