AGNELLI E SENATORI DALLA SUA, MA... - Credere nelle proprie idee è un pregio, significativo per un allenatore che appena intrapreso la sua carriera in panchina. Essere fin troppo sicuri, però, può indurre all'errore, perché non è detto che i bellissimi propositi contenuti nella sua tesi discussa a Coverciano siano applicabili alla squadra. Sicuramente gode di un credito sostanzioso, è stato scelto dal presidente Agnelli in prima persona, in più ha dalla sua parte i senatori della squadra, con cui ha condiviso lo spogliatoio in passato e che da pochi mesi ha ritrovato, con un ruolo differente. Ma in un momento in cui i risultati latitano e le idee non sono così chiare, sorge una riflessione: il campo chiede certezze, ma anche la squadra.
L’ESPERIENZA SARRI DA MONITO - L’esperienza Sarri fa da monito. Il tecnico che con il Napoli ha espresso, a detta di molti, un calcio strabiliante, al pari del Manchester City dominatore d’Inghilterra, ha fallito tatticamente alla guida della Juventus. Come mai? I motivi sono tanti, ma ce n’è uno in particolare da cui Pirlo può trarre insegnamento. Il toscano ha provato ad imporre i suoi dettami tattici alla squadra, ma progressivamente Ronaldo e compagni hanno rigettato le sue indicazioni. Da questo l’attuale tecnico bianconero deve fare tesoro, perché forse, non bisogna dare per scontato che tutte le bellissime idee di gioco presenti ne “Il mio calcio” siano applicabili a questa Juve. Giusto sperimentarle, come sta facendo, giusto essere sicuri delle proprie idee, ma più il tempo passa, più piazza, campo e squadra necessitano di certezze e risultati. Se poi Pirlo riuscirà a mettere in pratica tutto ciò che ha nella testa, tanto di cappello. In caso contrario, prima o poi, dovrà fare i conti con se stesso.