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"Ci vuole tempo, ci vuole un po' tutto". L'ha detto e ripetuto più volte. Ed è giusto così, perché questa Juve ha bisogno di lavorare moltissimo, perché questa non può essere la vera Juve. Defezioni a parte, tante e importanti, espulsioni a gara in corso da tralasciare, questa squadra non convince nemmeno nei 60' in parità numerica, anzi. Soffre ad inizio gara, prende gol su rigore e su un'ingenuità difensiva, e soffre di nuovo alla ripresa dopo l'intervallo. In mezzo il pareggio, dopo qualche spunto, tra cui un palo e il gol annullato, entrambi di Morata. Tanti, troppi gli errori, non solo dei giovani. 

E' un cantiere aperto, si è detto, anche se sembra più uno non ancora iniziato. C'è tantissimo da fare, in entrambe le fasi, ed è ciò che emerge alla quarta (terza effettiva) giornata di questo campionato. Normale, sì, perché in una stagione che ha visto cambiare volto in panchina, che ha visto ringiovanire la squadra e in cui non c'è stato il tempo per provare, per costruirsi nelle amichevoli qualche scusante c'è. Ma il campionato non aspetta. E nemmeno la Champions League. Nonostante tutto questa squadra deve essere pronta in poco tempo, altrimenti rischia di perdere tutti i treni della stagione, vedendo sfumare dal principio le grandi ambizioni di Agnelli e non solo. Quelle per cui Pirlo è stato scelto. Certo, è una "Squadra giovane, che deve lavorare", ha ribadito il tecnico con i "giovani che devono fare esperienza e la stanno facendo, anche a costo di qualche leggerezza". Ecco, qui però Pirlo ci ha messo del suo, preferendo a Cuadrado il giovane Portanova, in coppia con Frabotta. Una scelta che non ha pagato, ne entusiasmato, ed è parsa persino un po' presuntuosa. La fiducia ai giovani va data, ma non a tutti i costi. Pirlo lo sta imparando a sue spese. Deve crescere la squadra e con lei il suo allenatore.