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Il brutto anno della Juve si può spiegare con diverse ragioni: sbagli dirigenziali, campagna acquisti, errori dal dopo Allegri, nella scelta degli allenatori. Proprio per la rosa di cui disponeva (un centrocampo insufficiente, una difesa assai limitata) Pirlo poteva accampare, almeno all’inizio, qualche giustificazione, e comunque provare qualche esperimento. Ma nella partita di ieri sera, almeno una cosa si è capita: l’insistenza sul cantiere aperto e l’eccesiva caparbietà con cui ha tentato di ottenere dalla squadra una nuova mentalità (ovvero risultati e gioco brillante) sono stati il suo massimo errore.

LA CHIAVE TATTICA - Dopo un girone di andata a corrente alternata, s’era visto ormai il limite vero di questa Juve: un possesso di palla sterile, che produceva un gioco lento e prevedibile, ma, soprattutto, permetteva a qualsiasi avversario di chiudere ogni spazio nella propria metà campo e ripartire pericolosamente verso l’area bianconera. La Juventus, contro il Sassuolo, ha dimostrato che avrebbe dovuto, e potuto, giocare soprattutto in un modo. Chiamatelo 4-5-1, o meglio: contropiede. Se vi vergognate di dire: difesa e contropiede, dite centrocampo folto e ripartenze. Aveva vinto così con l’Inter in Coppa Italia e anche al ritorno, in Champions, col Barcellona. Ha vinto così con contropiedi micidiali contro la brillante squadra di De Zerbi, che avrà pure fatto la partita, avrà ottenuto il doppio dei minuti di possesso palla, ma, alla fine, ha tirato 4 volte in porta contro le 8 dei bianconeri. La Juventus non ha vinto il campionato e molto probabilmente non entrerà in Champions perché Pirlo non ha capito che, a un certo punto, il cantiere andava chiuso, il laboratorio smontato e bisognava riporre i sogni nel cassetto.

L'ESEMPIO DI CONTE - Non era difficile arguire, a Natale, che la sua Juventus non poteva permettersi il lusso né di un tiki-taka, né d’un possesso a tutto campo e all’opposto doveva temere le squadre chiuse ( ovvero quasi tutte, dal Crotone, al Benevento, alla Fiorentina, al Porto…) pronte a infilarla di rimessa. Le due partite con l’Inter sono state emblematiche: in Coppa Italia, quasi perennemente nel proprio centrocampo, ha vinto; in campionato ha subito ripartenze micidiali. E proprio dall’ Inter avrebbe dovuto trarre una lezione: Conte ha cominciato a non perdere un colpo da quando ha arretrato il baricentro e contro ogni avversario, ha giocato in contropiede. Si dirà: “Ma in Europa, così non si va da nessuna parte”. Il fatto è che, insistendo sui propri errori tattici e senza considerare i giocatori a disposizione, Pirlo ha permesso che la Juve non andasse da nessuna parte, o quasi, nemmeno in Italia.