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Domani si siederà in panchina, Pirlo non ha nessuna intenzione di perdere un altro attaccante in vista del derby contro il Torino, per questo Paulo Dybala non verrà incluso nell’undici titolare anti-Dynamo Kiev. Spazio a Morata, squalificato in campionato e decisamente on fire in Champions League, dall’alto dei suoi 5 gol in 4 presenze. Solo uno per Dybala, che osserverà la partita da seduto, pronto a farsi trovare preparato al momento giusto, per dare quella scossa che non è ancora arrivata.

PIRLO E LE INDICAZIONI - Sono tante le variabili che hanno condizionato l’inizio di stagione della Joya. Gli infortuni, una testa turbata da diversi pensieri come il rinnovo del contratto, al momento in stand-by. Diverse cause che hanno contribuito ad uno stato psico-fisico non ottimale, che ha annebbiato l’immagine dello splendido MVP dello scorso anno. Domani riposerà per recuperar le energie, intanto Pirlo ha spiegato in conferenza stampa quale sia la sua inclinazione tattica: "Lui gioca vicino all'attaccante, l'indole è abbassarsi per cercare di toccare più palloni senza avere l'uomo attaccato alle spalle. Gli ripeto tutti i giorni che deve giocare in certi tipi di spazi per essere libero di trovare la giocata vincente. Al di là della metà campo deve giocare facile, non perdersi a toccare palla. Essere lucido per stare vicino all'attaccante, così fa sì che le sue qualità diventino importanti".

L’INDOLE DI DYBALA - Il tecnico bianconero ha messo a nudo quella che era più di una sensazione: Dybala, per indole, non riesce ad agire solo da seconda punta, ma da tuttocampista. Alla Messi per così dire, abbassandosi fino al centrocampo per ricevere e giocare il pallone. Se le gambe andassero e le giocate sgorgassero come un fiume in piena, nulla verrebbe obiettato a Paulo. Il problema al momento, però, sta proprio nella sua indole. La forma fisica non al top unita alla voglia di toccare più palloni possibili lo porta a lasciare da solo il compagno di reparto (Cristiano Ronaldo o Morata), in più sperpera energie in diverse zone del campo, risultando poco lucido in quella che conta, ovvero l’area di rigore. Non caso, nonostante le 9 presenze e i 479 minuti giocati (quasi 5 partite e mezzo piene), è arrivata una sola gioia stagionale. Forse è proprio da qui che deve ripartire la Joya. Fare di meno per incidere di più, seguendo le direttive di Pirlo e agire in quelle zone di campo dove può tornare a determinare con tutto il suo talento.