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Vedendo le ottime prestazioni dell'Italia e quelle ancora "incomplete" della Juventus mi è sorta una convinzione: questa bella Nazionale è ciò che sarà la Juve una volta incamerati a dovere i dettami di Andrea Pirlo. Sì perché il modulo è sicuramente diverso (anche se, fateci caso, i bianconeri piano piano si stanno assestando su un modello di difesa a 4 e centrocampo a 3...) ma lo spirito è quello moderno e dinamico che Pirlo vorrebbe imprimere alla sua squadra, ancora incespicante.

A COSA CI RIFERIAMO - L'Italia applica i principi di gioco contemporanei: pressione alta, riconquista veloce, gioco verticale. Il tutto mantenendo le giuste spaziature tra i reparti e tempi di gioco armonici. Ecco, questo è il nodo cruciale. La Juve del Maestro nelle intenzioni prova ad applicare i tre principi sopra esposti, lo si vede nell'approccio alle partite. Ma contrariamente agli Azzurri non riesce ancora ad applicare tutto mantenendo i reparti stretti a dovere. Come ha detto Pirlo dopo la Lazio: questione di dettagli. Ma è un dettaglio macroscopico, che farà la differenza tra questa Juve in costruzione e la vera Juve del nuovo allenatore bianconero.

BARRA DRITTA - Se storicamente è la Juventus ad aver dato un prezioso e ingente contributo alla Nazionale, stavolta per variegati fattori c'era un'esigua rappresentanza bianconera nell'Italia e sarà Pirlo a dover trarre tesoro dall'operato del più esperto collega Mancini. Per proiettarsi nel futuro ci vuole pazienza e capacità di sbagliare senza farsi prendere dal panico, perseguendo le proprie idee con coerenza e coesione. In campo come nel rapporto coi giocatori. Le idee ci sono, la personalità anche: Pirlo in questi dieci giorni ha avuto un luminoso esempio azzurro, è ora di aggiungerci una mano di bianco e una di nero.