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"Sì, in caso di Champions. Non pensiamo al piano B. Abbiamo fiducia in ciò che stiamo facendo, a ciò che sta facendo il tecnico. Sì, certo. Con la Champions Pirlo sarà confermato". Parte da qui la giornata della Juve. Sono parole di Fabio Paratici che nel prepartita conferma Andrea Pirlo, ad una condizione naturalmente: la qualificazione in Champions League. "Conditio sine qua non", si dice, che risulta essere necessaria ma non sufficiente. Serve, ma non basta. E lo stesso Pirlo lo sa, tanto da ammettere a fine gara la propria insoddisfazione, che ben ricalca quella dei tifosi e dell'ambiente: "Sono diverso rispetto all'inizio, le aspettative erano diverse all'inizio. Non credo di aver compiuto il lavoro come volevo e come volevano tutti. Si cerca di migliorare ogni partita che passa, ma dalle prospettive iniziali non sono contento e non credo sia contenta la società". 

IL MOMENTO - Pirlo sa che non basta la Champions, aldilà della parole. Serve ciò che è mancato fino a qui: continuità, solidità, crescita. Dare la sensazione di essere una squadra in crescendo. Quello che non si è visto fino a qui, perché la squadra da inizio anno, tra cali e difficoltà (anche esterne), si porta dietro le stesse problematiche. Smarrimenti, partite sciupate, scarse motivazioni e il piglio che manca, anche dalla panchina. Come più volte abbiamo raccontato qui su ilBianconero.com, la posizione della Juve resta solida a cinque giornate dalla fine: Pirlo ora è in sella, guida lui. Fino al termine del campionato e dopo la finale di Coppa Italia. Poi? Poi si vedrà, ma c'è un passo da fare, che ogni giornata come quella di oggi diventa più ampio. Pirlo per scavalcare la linea ed essere confermato ha un obiettivo, anzi due: Champions e miglioramenti. Altrimenti rischia di vedere una spaccatura sempre più profonda tra sé e il 2021/22 e di perdersi lì, in quel passo fallito.