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“La tattica è sapere cosa fare quando si ha qualcosa da fare, la strategia è sapere cosa fare quando non si ha niente da fare”. Non è semplice spiegare il significato di questo aforisma inventato dal famoso scacchista polacco Tartakower (1887-1956). Ci vorrebbe Pirlo, il Maestro, qui con noi. Pirlo si sta dimostrando partita dopo partita sempre più refrattario a qualsiasi etichetta. Sta scoprendo i piaceri sottili della strategia. Così una volta ci stupiamo dinnanzi al pressing alto dei ragazzi, lampi, tuoni e possesso palla, la volta dopo ripiombiamo nelle paludi nebbiose di una difesa posizionale di allegriana memoria. E si portano a casa punti preziosi contro squadre ostiche, fra un’ andata e un ritorno di Coppa Italia con l’Inter. Se non è intelligenza questa... Volete comprendere lo stile di gioco di Pirlo? Fareste un errore a prendere in esame una sola partita. Questa Juve è fluida in campo e fluida fra competizione e competizione. Considerate la frequenza con la quale si gioca: ogni tre giorni praticamente. E voi vorreste sempre il pressing alto? E magari contemporaneamente vorreste sempre vedere in campo Ronaldo? Non è possibile. La Juve non è il Bayern, nel bene e nel male. Servono i compromessi, serve cambiare strategia da una partita all’altra, da un avversario all’altro, e talvolta, perché no, fra un tempo e l’altro, come è successo in Coppa contro l’Inter.