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E forse il segreto sta tutto qui. Nei rapporti che sono prima umani e poi professionali. La Juve si è affidata a Pirlo per le sue conoscenze calcistiche, per la voglia di cambiare pagina, per l'apertura totale al progetto. Però, giusto in fondo alla lista, c'era una motivazione cerchiata in rosso: e nessuno aveva intenzione di sottovalutarla. Non più. Si leggeva 'empatia', si è tradotto in feeling con la squadra. Quello che non aveva mai creato Maurizio Sarri, la base di ripartenza targata Maestro. 

CON RONALDO - Dagli acciacchi dei risultati, senza sintonia, sarebbe stato difficile rialzarsi. E alt: come ha spiegato lo stesso Pirlo, la vittoria con il Cagliari (così come la prestazione con la Lazio) sono nulla se non si abbina la continuità. Del resto, se non c'è continuità allora non si è una grande squadra; se non si è una grande squadra, allora non si è Juventus. Cristiano Ronaldo lo sa e non ha intenzione di fermarsi: la panchina con lo Spezia è sembrato un atto dovuto, da lì in poi ha oliato il motore e carburato a suon di gol. Alla base, anche qui, parole e sensazioni diverse: un anno fa litigava con Sarri per una sostituzione probabilmente giusta; oggi loda Pirlo e fa sentire la sua vicinanza a questa squadra. In cui ha profonda e diversa fiducia. 

QUELLA SFIDA... - C'è gran feeling, sì. E presto arriveranno anche le sfide su punizione, di cui Pirlo però non ha ancora fatto menzione in conferenza: "Ma con lui mi comporto come con tutti gli altri, massima disponibilità in campo e fuori". Le cose dette fanno molto più bene di quello che non è mai stato espresso: tra persone semplici, serie, giudiziose, si va d'accordo facilmente. La bugia bianca, anche per questo, gliela perdoniamo: "Tratto lui come Frabotta e Portanova". Cristiano non sarà mai uno 'dei ragazzi', ma è cuore e pulsazioni dell'intero gruppo. Piccolo consiglio: chiunque vinca quella sfida sui calci piazzati, non esulti troppo forte. Per il bene di tutti.