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Due 2002 (Dragusin e Da Graca), un 2001 (Fagioli), un 1999 (in realtà due, contando il fuori contesto De Ligt insieme a Frabotta). Mettiamola così: c'è stato uno sguardo al futuro. Un'occhiata non esattamente fugace, ma ben approfondita, anche dagli studi da cui Pirlo aveva attinto per mettere in piedi la sua Under 23 innovativa. Poi è successo quello che è successo, e cioè che Sarri non è arrivato alla seconda stagione. Ma la vena da 'Maestro', quella pura e rivolta ai ragazzi, è rimasta ben solida nelle intenzioni del tecnico. Bravo a sfruttarla senza paura, persino quando attorno era piena carestia di risultati. 

BUONE SENSAZIONI - Non era ostinazione, era ferma convinzione che questi ragazzi, in fondo, un certo valore potessero esprimerlo anche al di là del contesto Under 23. Nessuno di loro è il fuoriclasse che cambierà una squadra - altrimenti sarebbero già a fare coppia fissa di proiezioni future con De Ligt - ma crescere al caldo dell'ambiente Juve vuol dire anche testarsi a quel livello, non lasciarsi sfuggire occasioni del genere, per capire e capirsi. Per svezzarsi o quantomeno inorgoglirsi e lavorare sulla fiducia. L'esempio palese è quello di Fagioli: Pirlo l'ha lanciato dal primo minuto e di fianco gli ha messo Rabiot a far da scudo, davanti Ramsey per dargli un guizzo tra le linee. Il quarantuno s'è preso tutte le responsabilità del caso: non solo ha avuto la possibilità di giocarla con continuità, ha sviluppato addirittura la leggerezza per trovare il varco sensato. Ha sbagliato, alle volte, certo. Ma chi è che non lo fa? Solo chi non ne ha possibilità.

IL LAVORO SU DRAGUSIN - Dragusin si è già dimostrato pronto per un ruolo importante: non è più un rischio affidargli con continuità (sempre da turnover) uno spot in questa difesa. Che va a memoria e trova nel rumeno un'alternativa funzionale, tatticamente importante. Con Demiral e De Ligt a chiudere i conti con Floccari e Brignola, al diciottenne è toccato rispondere ai tentativi spiccioli di una Spal che provava ad entrare di forza e che torna a casa abbattuta persino dal più giovane della difesa. Pure qui: occhio ai tocchi stretti, specie se in area. Ma sono vizi di ragazzo, in futuro si trasformeranno in virtù d'esperienza. 

FRABOTTA È PRONTO - Chiedere per credere a Gianluca Frabotta. Corsa e tocchi sono al livello di questa squadra, e la continuità - anche atletica - che ha dimostrato in novanta minuti tutti d'un fiato è stata forse l'arma più concreta a disposizione di Andrea Pirlo. Che ora se lo gode, dopo le giuste iniezioni di fiducia e quelle scappatelle di San Siro ben presto perdonate. Del resto, il tecnico era stato chiaro: le critiche dopo l'Inter, a un ragazzo con una manciata di presenze in A e nessuna a quel livello, erano state non solo ingenerose. Erano state affrettate. Un gol alla Spal non cambia la sostanza, figuriamoci: al limite, dà una nuova prospettiva. Tutte le volte in cui Gianluca farà i conti con i propri limiti, potrà andare a riguardarsi questo Juve-Spal e quel sorriso sparato dopo l'incredulo festeggiamento al gol. Genuinità e leggerezza: valori che dovrà sempre avere con sé.